Prisma, Maria Borio (Zacinto Edizioni, 2022).
«La poesia è un uso creativo della lingua, la fisica è un uso creativo della matematica. La poesia come la fisica e tutte le scienze si basano su un atto di creatività»1: questo è ciò che ha espresso il vincitore del premio Nobel per la Fisica 2021, Giorgio Parisi, in un’intervista. Nella raccolta di poesie Prisma dell’autrice Maria Borio, Zacinto Edizioni (2022), l’atto di creatività si estroflette connettendo energicamente e inusualmente la fisica con la poesia, in particolare congiungendo lo studio del fisico Chladni con la poesia contemporanea.
L’introduzione della plaquette, l’undicesima all’interno della collana Manufatti poetici diretta da Paolo Giovannetti, Antonio Syxty e Michele Zaffarano, illustra le teorie, e la sperimentazione, del fisico Chladni il quale osservò che una membrana, o una lastra, cosparsa di sabbia o con della polvere di licopodio poteva subire vibrazioni differenti in base alle diverse sollecitazioni acustiche. Il risultato corrispondeva alla creazione di disegni geometrici e forme speculari. Allo stesso modo la poeta Maria Borio immagina le figure di suono all’interno della poesia ripercorrendo gli esiti sonori del linguaggio.
L’effetto morfogenetico e trasformativo delle onde sonore si traspone nei versi attraverso le abbreviazioni dei concetti: «negli acronimi le frasi si tagliano e si stringono» allo stesso modo si creano le eco-armonie delle spore compresse di licopodio e il fonema si accorcia nella vibrazione poetica:
Stiamo per parlare:
forse, un’emozione da niente –
i nervi si contraggono, il calore li dilata,
la mattina si espande e LOL fluorescente
vibra sonoro per milioni di figure –
in altri esperimenti il messaggio certamente è universale?
Le molteplici interrogazioni retoriche all’interno della plaquette sembrano voler riporre alcune questioni in capo al lettore: “Chi ha davvero il coraggio di essere sé stesso?”, “Dove siamo autentici?”, “Perché perdonare?”. Esse sono solo alcune delle domande poste al margine delle riflessioni che la poeta Borio interseca tra la proteiforme espressività dello slang dei Millenials e i vari rimandi alle figure di suono sull’eidofono.
Chi non ha vissuto per un po’ in equilibrio
sopra figure di sabbia?
La complessità nel trasporre queste “figure di sabbia” o figure sonore all’interno di un immaginario attuale e contemporaneo diventa una sorta di callida iunctura, un accostamento inusitato non tra terminologie ma tra contenuti semantici come l’incontro dei linguaggi, ristabilendo un ponte temporale tra passato e presente:
vorresti essere giovane o indefinibile? Digita
LOL al posto di TVB
Lots of Love per Ti voglio bene quando
il mondo era più piccolo
e ora in sovradimensione… ma LOL vuol dire sempre
luce che rompe le cose?
La musicalità e il ritmo nei versi presenti nella plaquette sono flebili ma lasciano spazio alla predominazione del tema: il potere conciliativo della parola che scandaglia anche profonde distanze come tra materia scientifica e universo umanistico.
La ‘cimatica’ del fisico Chladni ha ispirato alcuni musicisti nella misura in cui hanno potuto creare interazioni tra le frequenze, misurate in Hz, e i diversi materiali (acqua, fuoco, sabbia) rendendo visibile l’occulta forma delle onde sonore:
“In un sogno diventavo un corpo di medusa e la vita anteriore
poteva mostrarsi attraversata da frequenze, vedevo tutti
membrane elastiche di un eidofono e pensieri
erano immagini di bidimensione, tridimensione”
D’altronde “la geometria delle forme è musica solidificata”, come affermava Pitagora e la poesia ha in sè la musica. Cosa si solidifica nel verso?
Serena Mansueto
2. Ragazza di suono
Secondo Chladni il suono produce immagini.
I calcoli erano desideri? La chiamano cimatica: armonia
sopra una lastra in spore compresse di licopodio
come negli acronimi le frasi si tagliano e stringono.
Chi non ha vissuto per un po’ in equilibrio
sopra figure di sabbia? Tra È vero e Devo, una ragazza
ancora non sa guardare le cose che si avvicinano,
diapason dentro bolle d’aria:
nascondo o mostro, mi uniformo o ribello?
PAH / Parents At Home / genitori a casa – scritto via SMS
ma anche POS / contrazione, veloce / Parents Over Shoulder /
genitori sulle spalle – se pensi a Enea e Anchise hai sbagliato.
Enea: un nome in codice? Per ogni lettera
lei troverà un significato vetrificato – dirà poi:
qualcuno ha sete, ma il mio bisogno non è il vostro,
credendo di sbocciare con le labbra che soffiano
POS ENEA PAH sopra un collo di bottiglia
sull’aspro della birra e del limone e immagini di suono
che affondano dentro al cono di vetro riciclato ma quasi
non si sentono – il viso si stira in una biologia elementare:
P – bocca, O – fiato, S – vuoto,
P – ragazza fra le lenzuola, A – stoffa, H…
in italiano non si pronuncia – un gancio lanciato,
più fragile e imprevedibile della prossima figura…
3. Sabbia e piombo
Prima di innescare la vibrazione scegli i colori
di sabbia, flash, primari, che al ritmo mescolandosi
fanno tinte di secondo grado. Fissa il blu mentre rotea
e i salti multi-dinamici, immagina le cellule e i pixel
come le strategie dei videogiochi riproducono le paure.
Le figure sonore non corrispondono a una scelta,
poco più dense delle ombre cinesi. Ma una ragazza dipende
dal challenge – ogni essere intelligente conosce
tattiche, punizioni, ansia di non farcela.
Lei mangia e sulla tastiera grinda, vira per altri livelli
in un drop vertiginoso, lagga il tempo, si arrampica
su una parete altissima di roccia e bambù,
killa i fantasmi e in fondo tocca un uomo
di pietra e sesso, finché il gioco non cade dal letto
dove sono davvero in due, soli, nudi, newbie, al principio.
Il tablet a terra si confonde fra vestiti e rumore:
lo sentono, tirano su il piumone a capanna, lo temono,
la stoffa pulsa come il tasto che banna, sono dentro
la paura prima: controllare, nascondere, volere?
La paura seconda farma indistinta fra le gambe,
pianta ovunque un po’ di saliva, coltiva giunture e capelli,
il futuro che insieme non avranno e la notte
dal lato nord della città come una scena gotica.
Si tengono stretti, hanno imparato, ma è un buio
in salita di milioni di anni luce nel quartiere medievale
e loro in un pudore immateriale: un gioco chiuso
adesso, non c’entra il volersi bene, perché
natura necesse est e li ha visti fare XOXO – baci e abbracci –
capire e segnarsi per sempre la bocca con il succo d’arancia
colava dallo spremiagrumi di metallo goccia dopo goccia
l’ultima frase di un proverbio: di sera arancia è piombo.
1 Iacopo Gori, La fisica come la poesia: l’atto di creatività, Corriere della sera, CorriereTv, 28 dicembre 2021