Scrive Lea Quaretti, moglie dell’editore e scrittore vicentino Neri Pozza, nel libro “Il giorno con la buona stella. Diario 1945-1976”, di essere stata nel febbraio del 1953 insieme con Corrado Alvaro a Cortina di Maria Luisa Astaldi. Lo scrittore, che aveva scritto nel 1930 Gente in Aspromonte, stava componendo il Belmoro, un libro che sarà pubblicato postumo e incompiuto da Bompiani nel 1957. Lea lo invita a parlare del libro che l’autore calabrese definisce “un pamphlet” contro la società del suo tempo ambientato nel duemila. “Non ci saranno più città. Di alcune vecchie e gloriose, come Venezia, sarà rimasta per un poco l’ombra, e le ombre che furono uomini inseguiranno i pochi vivi per riunirsi a loro, i vivi fuggiranno affannosamente cercando di evitare quelle ombre e cozzeranno l’uno contro l’altro. Roma sarà la sola città superstite: una Roma di nuova costruzione dove non sapranno nemmeno chi era Michelangelo: conosceranno solo Picasso, e per sentito dire. L’Italia sarà rifugio di uomini inferiori, che magari sono ancora capaci di soffrire, amare e piangere. La vita sarà assolutamente meccanica. Ogni uomo girerà con in tasca una riserva di energia atomica, potrà cambiarsi i connotati o un braccio e, ingoiando una pillola, annullare la pericolosa nascita di un sentimento. Un bel giorno, in questo mondo, compare un uomo: non si sa da dove venga. È bellissimo ma non parla, è un selvaggio. Una donna si innamora di lui, lo conduce a Roma, gli insegna a parlare. La narrazione di svolge attorno a lui e sarà la denuncia velenosa dei nostri tempi”. E come sarà il resto del mondo? “Il paese della grande civiltà sarà l’America: lì saranno fatti tali progressi da riuscire a togliere l’anima alla creatura umana perfetta: igiene e bellezza sarà il motto della vita moderna. La sola cosa che ricorderà i tempi di cinquant’anni prima saranno le rappresentazioni teatrali. Ma chi sarà disposto a giocare quella finzione dovrà farlo fino in fondo, e se il suo personaggio muore, morirà per davvero anche lui. In America si occuperanno della perfezione dell’uomo fisico. In Francia si fabbricheranno i geni. In Germania si produrranno i mostri, di ogni specie. In Inghilterra si studierà la partenogenesi. In Russia non so ancora, Però il libro – confida Alvaro – dovrà avere una fine lieta, ottimistica, che ancora non ho immaginato”. La Quaretti gli chiede di vedere il quaderno per poter vedere gli appunti e Alvaro le svela altri segreti. Il futuro vedrà “un mondo nel quale le parole avranno il potere di sostituire totalmente i fatti, un mondo nel quale i fatti avranno sostituito completamente la necessità delle parole”. Lei gli chiede come si svolgerà narrativamente un libro così pieno di “risentimenti” e lui risponde: “questo è difficile, ma dovrò riuscirci, e raccontare i fatti semplicemente con una lingua asciutta, scheletrica, senza cedimenti e abbandoni, tenuta e contenuta anche quando dovrà esserci della commozione”.