“Libertà. Sui quaderni di scolaro / Su i miei banchi e gli alberi / Su la sabbia su la neve / Scrivo il tuo nome
Pierangela Rossi
Per vivere qui
Feci un fuoco, l’azzurro m’aveva abbandonato,
Un fuoco per essergli amico,
Un fuoco per avviarmi nella notte d’inverno,
Un fuoco per vivere meglio.
Quel che a me il giorno m’aveva dato, ho dato:
Boschi, siepi, campagne a grano, vigne,
I nidi e i loro uccelli e le case e le chiavi,
Gli insetti, i fiori, i mantelli, le feste.
Sono vissuto al solo crepitio delle fiamme,
Solo all’aroma della vampa;
Come una barca ero, che nell’acqua chiusa affondi,
Io ero, come morto, entro un solo elemento.
Ti levi…
Ti levi l’acqua si spiega
Ti stendi l’acqua si schiude
Tu sei l’acqua distolta dai gorghi
Sei la terra che prende radice
E dove ogni cosa si fonda
Fai bolle di silenzio nel deserto dei fragori
Inni notturni canti su corde d’arcobaleno
Sei dovunque abolisci ogni cammino
Tu sacrifichi il tempo
Alla gioventù eterna della fiamma esatta
Che vela la natura ricreandola
Donna tu metti al mondo un corpo sempre eguale
Il tuo
Sei tu la somiglianza
La libertà
Libertà o vertigine e quieti piè nudi
Libertà più leggera più semplice
Dell’aprile sublime di limpidi pudori.
Non sono solo
Cinta
Di frutta al labbro lievi
Avvinta
Di mille fiori
Gloriosa
Nelle braccia del sole
Curiosa
Del canto d’un uccello
Beata
A una stilla di piova
Più nuova
Del cielo mattutino
Fedele
Io parlo d’un giardino
Io sogno
Ma giustamente amo.
Non verremo alla meta…
Non verremo alla meta ad uno ad uno
Ma a due a due. Se ci conosceremo
A due a due, noi ci conosceremo
Tutti, noi ci ameremo tutti e i figli
Un giorno rideranno
Della leggenda nera dove un uomo
Lacrima in solitudine.