L’assonanza e la consonanza “tonica” (esercizio)

Bozza automatica 932

 

In uno dei primi interventi, abbiamo trattato in maniera essenziale le assonanze e le consonanze (in senso ampio, le allitterazioni); ci occuperemo, adesso, di una forma più particolare di identità di suono, non solo alla fine del verso ma anche all’interno dello stesso. In particolare, per evidenziare l’eufonia di un testo, è possibile:

 

  • ripetere intere sillabe, toniche o atone (Senvo un desno più osle);

 

  • ripetere interi gruppi di vocali, tonici, atoni, misti; (Lutti agli Achei, mÓltE anzi tempo all’Orco // GenerÓsE travÓlsE alme d’eroi)

 

Tali accorgimenti richiedono una perizia maggiore, e permettono di richiamare i suoni principali del testo durante lo svolgimento del verso, dando un senso generale di eufonia.

 

Nei versi di Monti, ad esempio, è da notare anche come il gruppo OE venga ripreso in chiasmo (EO) in “tEmpO” e in “ErOi”, nonché la presenza di due ulteriori “o” toniche (su “Orco” e “eroi”).

 

Tali assonanze e consonanze possono naturalmente svilupparsi nell’arco di un singolo verso, di una singola strofa, di un intero componimento.

 

Traccia:

 

TEMA = libero.

 

METRO = libero.

 

SCHEMA = libero.

 

REQUISITI = insistere almeno una volta sulla ripetizione di una sillaba tonica nell’arco di un verso, o di una strofa, o dell’intero componimento. La ripetizione deve avvenire almeno tre volte (dunque tre volte la stessa sillaba). Insistere almeno una volta sulla ripetizione di un gruppo di due o più vocali, di cui una tonica, nell’arco di un verso, o di una strofa, o dell’intero componimento. La ripetizione deve avvenire almeno tre volte (dunque tre volte lo stesso gruppo).

 

Esempio:

 

Tutto svanisce, distrutto compiango

Amaro il defunto nel lutto che canto;

Tanto distante il suo volto è alla vista

Quanto l’istante mortale l’eterna,

Vanto d’un uomo che celebra intanto

Fragile il tempio del tempo vorace.

 

Mario Famularo