Questa volta affronteremo un argomento piuttosto particolare: la consonanza cd. “specifica”, o “fonetica”, tra famiglie di consonanti affini.
Senza entrare troppo nel dettaglio, specifichiamo solo che, per quanto riguarda il punto di articolazione, le consonanti possono essere:
- velari: se vengono articolate ritirando la lingua verso il velo pendulo (si chiamano anche gutturali, perché l’impressione è che vengano pronunciate con la gola): C (gutturale), Q, K, G (gutturale);
- labiali: se vengono articolate con le labbra: P, B, M, F, V;
- dentali: se vengono articolate con la punta della lingua che si appoggia ai denti anteriori: T, D;
- alveolari: se vengono articolate con la punta della lingua che si appoggia agli alveoli dei denti: L, N, R, S, Z;
- palatali: se vengono articolate con la lingua che si appoggia al palato: GL, GN, SC, C, G.
In fonetica le distinzioni sono più approfondite, ma quella appena effettuata è sufficiente ai fini dell’esercizio che ci occupa.
Provate a leggere le consonanti appartenenti agli stessi gruppi: notate l’affinità nella pronuncia?
Ci occuperemo, dunque, di evidenziare ed enfatizzare la consonanza nello stesso verso, e nella stessa strofa, tra consonanti appartenenti prevalentemente a medesime famiglie.
Traccia:
TEMA = libero.
METRO = libero.
SCHEMA = minimo due, massimo quattro terzine.
REQUISITI = insistere, nello stesso verso e nella stessa strofa, sulla ripetizione di consonanti appartenenti al medesimo gruppo, e dunque, velari, labiali, dentali, alveolari o palatali (ripetizione prevalente, quindi almeno dieci volte per strofa, oppure quattro volte per verso. Opzionale: entrambe i requisiti).
Esempio:
Lambisce il vapore velato dall’ombra,
affiora e t’avvolge d’un vivido morbo
e va fra la bruma, le brame avvilendo;
la luna più insana rinnova il silenzio:
l’aurora assonnata è nesso sacrale
che unisce la tenebra al lieve bagliore.
Discende e ti accoglie tra gli astri nascenti
l’acidula cetra del giorno disciolto:
ignora quegli attimi incerti e agitati.
E tanto dominio ti stende ed addenta,
stracciando quei lembi d’umana tensione:
t’attende una pace d’eterna oblivione.
Mario Famularo