Il ternario è un verso base della metrica italiana: esso è caratterizzato da un accento fisso sulla seconda sillaba metrica del verso.
Mi vedi?
[Mi/vè2°/di?] (piano)
E tu?
[E/tù2°?] (tronco)
Un crimine.
[Un/crì2°/mi/ne] (sdrucciolo)
Questo verso si sposa idealmente con tutti quelli che, allo stesso modo, hanno un andamento ternario: e quindi al senario anfibrachico, che è composto idealmente da due ternari (perché ha gli accenti sulla 2° e 5° sede, come se fosse un “doppio ternario”), ed al novenario, i cui accenti fissi richiamano il ritmo anfibrachico, avendo gli accenti fissi su 2°, 5° e 8° sede, come se fosse l’unione di tre ternari.
Esempio:
Ricorda [ternario piano] quegli attimi dolci, [senario anfibrachico piano] ricorda [ternario piano] le nostre giornate; [senario anfibrachico piano] svanivano in fretta i problemi, [novenario piano] dissolti qual neve in estate. [novenario piano]
Mario Famularo