Sulla poesia di Pietro Polverini oltre l’esordio (2012-2021)

Nel settimo numero di “Laboratori critici” (l’indice QUI), in presentazione domenica 21 settembre alle ore 18.30, Libreria della Poesia, a Pordenonelegge, con Laura Di Corcia, Pasquale Di Palmo, Filippo La Porta e Alessandro Canzian (l’evento QUI, un’anteprima su Pordenoneleggepoesia QUI), un interessante articolo di Francesco Ottonello su Pietro Polverini, che proponiamo al dibattito.

 

 
 

SULLA POESIA DI PIETRO POLVERINI
OLTRE L’ESORDIO (2012-2021)

Pietro Polverini (Camerino 1992 – Macerata 2023) rappresenta una delle voci poetiche più intense e vertiginose della generazione di poeti “millennials” in Italia – o meglio di quella che si potrebbe definire una “generazione-arcipelago” – che ha potuto per esiguo tempo respirare gli ultimi soffi di Novecento e trovarsi poi a crescere in un universo-metaverso in transito dall’analogico al digitale: un globo di isole singole connesse in una rete cui aderire, più che unite in una comunità cui appartenere e per cui dantescamente “infuturarsi”. Polverini ha operato nel mondo della poesia, tra anni Dieci e Venti del Duemila, in una sorta di penombra fruttifera, con estro e meticolosità, all’insegna della pacatezza e senza furie arriviste, concentrandosi in primis su lettura, studio e critica: con pubblicazioni di articoli in sedi accademiche1 e su litblog, in particolare “MediumPoesia”2.

Il poeta-critico di natali marchigiani, di solida preparazione filosofica e filologica, si è dedicato specialmente alla poesia di autrici contemporanee, da Amelia Rosselli – oggetto della sua tesi magistrale in Teoria dell’arte presso l’Università di Macerata (Un’estetica dattilografica. Appunti su Amelia Rosselli) – alle amatissime Antonella Anedda e Patrizia Valduga – con cui ha intrattenuto corrispondenze dirette – a varie altre voci che permeano la poesia di Polverini a livello intertestuale. Oltre a interessarsi di narrativa contemporanea, da Pier Vittorio Tondelli fino all’ultimo romanzo di Gilda Policastro3, è stato soprattutto uno dei più acuti e attenti lettori della poesia della sua generazione, come mostra uno degli articoli che ha acceso un prolungato dibattito in rete e sui social network4, con tanto di accese polemiche su inclusione/esclusione, come se implicitamente fosse stato riconosciuto un valore canonizzante al contributo critico di Polverini5.

L’esordio poetico di Polverini con Indice sommario di sbiadimento per l’anconetana Pequod, stampato il 30 maggio 2022, risale ai trent’anni; segue quindi un intenso periodo di formazione, anzitutto estetico-filosofica, filologico-letteraria e da critico di poesia contemporanea. La questione di “Polverini poeta” merita però ancora di essere promossa e valorizzata, per il valore intrinseco della sua poesia e oltre l’esordio6: dunque, aldilà della surreale situazione personale, con l’entrata in coma del poeta pochi mesi dopo l’uscita del libro, nell’autunno 2022, fino alla sua dipartita l’anno successivo. Quello che Polverini ha configurato è proprio un libro sullo sbiadimento – da intendersi come progressiva “perdita del blu” – e sulla memoria come ricerca ossessiva della parola fino alla dissoluzione: più che un itinerario, una “vacanza” da cui non tornare, recuperata nel suo senso etimologico di vuoto (vacuum): «Chi va in vacanza spera sempre / di non tornare, di vedere la pelle / sciogliersi in una lingua di cloro. / Mancare è una veste chiara, / un altare infuso in acqua, / un chiodo da cui cominciare» (Indice, p. 27). Come emerge dall’esame delle carte autografe, dattiloscritte e dai documenti digitali che la famiglia ha messo a disposizione e come l’autore stesso ha dichiarato in un’intervista uscita sul portale online della Treccani, Pietro ha letteralmente lavorato per una decina d’anni ai suoi versi prima di congedare la sua esile e calibratissima opera d’esordio, ripartita in tre sezioni e arricchite da illustrazioni di ambito entomologico. Si riportano al riguardo le sue parole7:

Fin dalle prime prove di composizione, riconducibili oramai a una decade fa, durante i primi anni universitari in Filosofia, il desiderio embrionale era di scrivere un libro di poesia, cercando di valicare il perimetro della raccolta. Per molto tempo ho accatastato con solerzia lacerti, testi, componimenti ma ne riconoscevo la natura eterogenea e sincretica. Poi, due anni fa, in una circostanza avulsa dagli uffici letterari, in me si è condensata in maniera non deliberata la locuzione “indice sommario di sbiadimento”. L’appuntai su un foglietto e lo lasciai in tasca. Più in là mi resi conto che questa sequenza sintagmatica aveva aperto, forse spalancato, un nuovo “campo di senso”, una regione semantica da perlustrare.

Il nuovo libro di Pietro Polverini sarà quindi un viaggio retrospettivo, un ritorno con e nella parola da quella “vacanza” ossessivamente profetizzata. Il volume attraverserà il suo denso repertorio, percorrendolo all’indietro lungo dieci anni: si inizierà da dove Pietro aveva interrotto, dedicandosi all’uscita dell’esordio con Pequod («un chiodo fisso da cui cominciare», Indice, p. 27), ossia con un’oculata selezione di testi che vanno a ritroso dal 2021 al 2012. Essi saranno inseriti in sezioni titolate dallo stesso autore, che rappresentano diversi tempi e progetti della poetica polveriniana, in inscindibile dialogo con quella dell’Indice.

In conclusione, si riportano in anteprima tre testi che usciranno nella raccolta di poesie di Pietro Polverini (2012-2021), a cura di Francesco Ottonello, per Interlinea edizioni, collana “Lyra Giovani”8. I tre testi aprono la sezione intitolata Sinisgalliana, un omaggio al “poeta delle due Muse” noto per la messa in comunicazione di scienza e matematica con la poesia e gli studi umanistici, caratteristica rivitalizzata con originalità nella poetica di Polverini. Questa l’emblematica epigrafe di Leonardo Sinisgalli: «Risorgerò fra tre anni / o tre secoli tra raffiche / di grandine nel mese di giugno». Con l’auspicio che anche la poesia di Pietro Polverini possa sorgere e risorgere ora e tra tre secoli con il suo calmo, geometrico e onirico reset.

 
I.
Ed io che con calma, sempre
maggiore calma per l’assedio
dei venti m’istruisco una volta
per tutte a perderti. Lascia tutto
nel corteo dei tifoni, sempre con calma
maggiore calma nell’assedio dei venti.
 
 
II.
Persino grumi di mosche hanno volontà
forse di crescere, nutrirsi o mutare
come se ogni cataclisma fosse una sorta di carnevale.
 
Quanto a me, per dire, vorrei un bottone
non che s’unisca alle asole
ma un tasto dietro
piantato sul collo
con su scritto
reset.
 
 
III.
Che questo sia solo un reset.
D’altronde tutta la vita in tempo di pace
i racconti e l’arsenale delle soluzioni
non sono altro che un autostop, tra i tanti.
Cosa non si fa per morire
di quante bocche m’innamorerò,
stanco procedendo verso la geometria
degli angoli più ottusi di te.
 
 

Vedi anche:

Alessandro Corbetta dialoga con Francesco Ottonello su Pietro Polverini, su Poetando – video

Generazioni poetiche per Pietro Polverini, su Medium Poesia – video

 
 
 

1 Pubblicazioni sia su rivista sia su volume. Mi limito qui a ricordare il contributo di Pietro Polverini, Vivian Lamarque negli anni Ottanta: Teresino (1981) e Il signore d’oro (1986), in La poesia italiana degli anni Ottanta, vol. III, a cura di Sabrina Stroppa, Pensa Multimedia, Lecce 2022, pp. 43-62.

2 Pietro Polverini è stato redattore di www.mediumpoesia.com dal 2020. Si ricorda anche la partecipazione al litblog “Nuova ciminiera”, che ha raccolto un insieme di testimonianze per la sua scomparsa: AA. VV., Gli amici maceratesi ricordano Pietro Polverini, “Nuova Ciminiera”, 26 gennaio 2024 (https://www.nuovaciminiera.it/2024/01/26/gli-amici-maceratesi-ricordano-pietro-polverini/).

3 Pietro Polverini, Il discreto fascino delle vie di fuga. Il viaggio in Italia nell’opera di Pier Vittorio Tondelli, “Quaderns d’Italià”, 24, 2019, pp. 127-136; Id., “Non si dovrà dire che amen”. Sopravvivenze gaddiane in “La parte di Malvasia” di Gilda Policastro, “MediumPoesia”, 17 dicembre 2021 (https://www.mediumpoesia.com/non-si-dovra-dire-che-amen-sopravvivenze-gaddiane-in-la-parte-di-malvasia-di-gilda-policastro/).

4 Come è noto, negli ultimi anni, il dibattito polemico nel mondo poetico italiano si è spostato dai blog a Facebook, sviluppandosi non tanto nei commenti in coda agli articoli di un litblog ma in risposta a post su Facebook. Questo pone anche una questione filologica sulla possibilità di documentare in futuro tali “dibattiti”, data la precarietà del medium.

5 Pietro Polverini, Per una precaria storiografia degli esordi in poesia (2016-2021), “MediumPoesia”, 21 Febbraio 2022 (https://www.mediumpoesia.com/per-una-precaria-storiografia-degli-esordi-in-poesia-2016-2021/). Come replica che ha rinfocolato il dibattito poi proseguito su varie piattaforme vd. Antonio Merola, Quanto ci costano gli esordi in poesia, “MediumPoesia”, 24 marzo 2022 (https://www.mediumpoesia.com/quanto-ci-costano-gli-esordi-in-poesia/).

6 Come è stato osservato, la poetica di Polverini appare incredibilmente solida e matura, infatti ci si trova davanti «a uno studio metrico e stilistico e a un’attenzione e un rispetto verso la forma poetica che rifuggono le ingenuità degli esordi», Anita Orfini, “Indice sommario di sbiadimento” di Pietro Polverini, “Culturificio”, 2022.

7 Lucia Copparoni, Ricordare e sbiadire Esordi poetici. Conversazione con Pietro Polverini, “Treccani”, 22 giugno 2022 (https://www.treccani.it/magazine/chiasmo/extra/SSSGL_Copparoni_Intervista.html).

8 Si ringraziano il direttore della collana Franco Buffoni e il direttore editoriale Roberto Cicala per avere accolto la proposta. L’uscita del libro è prevista per l’autunno 2025.

 
 
 
 

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