Che piaccia o meno, la dimensione testuale e quella orale – la più complicata e variegata – della poesia sono tuttora annodate e questo lo si nota maggiormente, oggigiorno, nei reading, che spesso hanno la pecca di risultare estemporanei, a differenza, magari, di una poesia lineare puntellata dalla voce e impersonata dal corpo degli attori. È altrettanto vero, però, che in quest’ultimo caso la differenza può farla anche la qualità dell’ascolto da parte della platea. La parola dei versi, se detta a viva voce, può rivestirsi del suo significato semantico-orale primordiale poiché la chiave, per citare Cristina Campo, è la «contemplazione dell’udito». Tuttavia, questa pratica «richiede una durezza affilata nell’ascesi dell’attenzione» (cfr. Mariangela Gualtieri, L’incanto fonico. L’arte di dire la poesia, Einaudi, 2022).
Ma il qui presente intervento non intende scomodare tutta una serie di discipline e studi (estetica, storia del teatro, teoria della letteratura, (etno)musicologia, performance studies ecc…). L’intento è invece quello di soffermarsi, a mo’ di coccodrillo, sulla capacità di attrarre il pubblico attento alla poesia da parte di colui che è stato un attore di cinema e teatro formidabile, Roberto Herlitzka (Torino, 2 ottobre 1937 – Roma, 31 luglio 2024). Spentosi oggi a Roma, Herlitzka è noto per essere stato da sempre un amante della poesia. Anni fa, a proposito di Una giovinezza enormemente giovane, in un’intervista a Fanpage Herlitzka aveva dichiarato che secondo lui Pasolini è stato soprattutto un poeta, il quale fece «dei versi dicibili».
Si ricordino, fra le ultime prove, la scrittura scenica dell’Ex Amleto per Roberto Cappuccio (2015) e il lavoro di traduzione compiuto con La natura di Tito Lucrezio Caro. Libri I-IV (La Nave di Teseo, 2019), in cui Herlitzka riscrisse in versi e terzine dantesche i primi quattro libri dell’opera di Lucrezio. Fra le innumerevoli letture di poeti, invece, ricordiamo quelle da autori del calibro di Carducci, D’Annunzio, Foscolo, Levi, Poe, Rebora e, dai contemporanei, non dimentichiamo quella del testo sul Monte Soratte di Claudio Damiani.
Damiani, dopo avere assunto a gennaio 2023 la direzione di Laboratori Poesia, a novembre dello stesso anno ha fondato il primo Comitato Direttivo del medesimo sito (composto da Claudio Damiani, Arnaldo Colasanti, Nicola Bultrini, Franca Mancinelli e Alessandro Canzian). Dunque, la Redazione di Laboratori Poesia si unisce al cordoglio per la scomparsa di Roberto Herlitzka omaggiandolo con questo succinto articolo commemorativo riascoltando i versi di grandi poeti moderni e contemporanei che hanno fatto la storia della letteratura.
La foto è uno scatto del fotografo ©Dino Ignani