Sergio Sichenze


 
 

Sergio Sichenze vive e lavora a Udine.

Ha pubblicato il racconto L’attesa in Racconti Udinesi (Kappa Vu edizioni, Udine, 2007); Nero Mediterraneo (Campanotto Editore, Udine, 2008); il racconto BOBBIO Y MOSTAR in La natura dell’acqua: almanacco di letteratura rinnovabile 2011 (Marcos y Marcos Editore, Milano, 2011); selezioni di poesie in tre raccolte poetiche (Pagine edizioni, Roma, 2013 e 2014); Pesci volanti e angeli di mare, cinque inediti con una nota introduttiva di Rosa Pierno pubblicati su www.versanteripido.it (ottobre 2016).

 
 
 
 
Mio padre
 
Sarà stato poco più che dodicenne,
la camicia bianca e il cane ai piedi, pezzo di carbone e lana.
Null’altro che non la sua faccia da adulto,
come se il futuro fosse già venuto.
Al fondo i fratelli sbiaditi,
il sole di una estate sicura e la casa di calce piena di sete.
Io, vecchio come l’inverno
sento il latrare di un cane che nessuno può ascoltare.
 
 
 
 
 
 
È morto A.
 
A. era un pescatore.
A. sminava le mine lasciate alla rinfusa dalla guerra
– quella Grande – ,
ha lasciato il fosforo delle bombe per quello dei pesci,
ha preferito la corona di luci delle lampare a quella del Re
– quello piccolo – ,
che ordinò ai contadini di seminare campi di mine per sentirsi grande.
È morto A.
non di una bomba,
non di una lisca di pesce,
ha tirato le onde sopra la testa come si addice a un marinaio.
Le lampare sono spente e i pesci tranquilli,
le bombe dormono sonni profondi.
L’armistizio degli alberi è duraturo.