POESIA A CONFRONTO – Conchiglie

POESIA A CONFRONTO- Conchiglie
 
 
 
 

POESIA A CONFRONTO- Conchiglie
ALCEO, VERLAINE, POZZI, MANSFIELD

 
 

Le conchiglie, abbandonate dalla risacca sulla spiaggia, nella loro bellezza misteriosa sono sicuramente elementi naturali ricchi di suggestione, con i quali la poesia si è spesso confrontata, fin dall’età classica.

Il primo testo proposto è infatti di Alceo, poeta lirico della Grecia delle origini. Il breve frammento, qui proposto nella rivisitazione di Quasimodo, insiste sulla conchiglia come elemento di meraviglia, soprattutto per i fanciulli: figlia della pietra e del mare, in questi brevi versi ne emerge tutto il fascino, il mistero segreto, quello in definitiva che fa nascere in ciascuno di noi ricordi della nostra infanzia, le nostre estati al mare.

Decisamente più conturbante e allusiva, con una forte traccia erotica, è invece la poesia di Verlaine, autore certamente di rottura nella storia della poesia occidentale. Qui la conchiglia cessa di essere elemento naturale, rassicurante o (peggio) decorativo: diventa termine di paragone per descrivere la quotidianità, fra gli alti e i bassi, di un rapporto d’amore, ma soprattutto simbolo esplicito di sessualità, di passione carnale, senza dover ricorrere a inutili pudicizie.

Sempre sul tema amoroso è la poesia di Antonia Pozzi che prende le mosse da un bacio, in un’atmosfera romantica e sentimentale di fondo. La conchiglia viene qui impiegata in chiave simbolico-metaforica, associata alle mani che si congiungono, per indicare uno stato di pace e di quiete affettiva raggiunta, compiuta. Le successive immagini del “cielo d’estate”, delle “distese di grano”, fino alla “trillante allodola” (che dà pure il titolo alla poesia) rafforzano questa idea di “serenità”, armonia conseguita grazie all’amore.

La poesia della Mansfield che vede le conchiglie protagoniste, fin dal titolo, chiama a raccolta tutta una serie di elementi e citazioni che sono senz’altro del mondo classico: la conchiglia assurge qui a simbolo del canto (poetico, senza dubbio) che sorge dal “profondo” dove la conchiglia “eternamente giace”. Il canto è però silenzioso, capace di farsi sentire solo con discrezione, intuibile soltanto agli orecchi di chi saprà ascoltarlo.

 

Fabrizio Bregoli

 
 
 
 
ALCEO
 
O conchiglia marina, figlia
della pietra e del mare biancheggiante,
tu meravigli la mente dei fanciulli.
 
(traduzione di Salvatore Quasimodo, da Lirici greci – Corrente, 1940)
 
 
 
 
 
 
PAUL VERLAINE
 
LE COQUILLAGES
 
Chaque coquillage incrusté
Dans la grotte où nous nous aimâmes
A sa particularité.
 
L’un a la pourpre de nos âmes
Dérobée au sang de nos coeurs
Quand je brûle et que tu t’enflammes ;
 
Cet autre affecte tes langueurs
Et tes pâleurs alors que, lasse,
Tu m’en veux de mes yeux moqueurs ;
 
Celui-ci contrefait la grâce
De ton oreille, et celui-là
Ta nuque rose, courte et grasse ;
 
Mais un, entre autres, me troubla.
 
 
 
 
LE CONCHIGLIE
 
Ogni conchiglia incrostata
nella grotta ove ci amammo
ha una sua particolarità.
 
L’una ha la porpora della nostra anima
rapita al sangue del nostro cuore,
quando io brucio e tu divampi;
 
quell’altra ostenta i tuoi languori
e i tuoi pallori quando stanca
ti adiri contro i miei sguardi beffardi:
 
questa ricorda la grazia
del tuo orecchio, e quella
la tua nuca corta e grassa.
 
Ma una, fra tutte, mi ha turbato.
 

(Da Luna d’amore. Le più belle poesie d’amore d’ogni tempo e paese scelte e tradotte da un poeta d’oggi, a cura di Luciano Luisi, Newton Compton 1992)

 
 
 
 
 
 
ANTONIA POZZI
(Da Parole, Garzanti, Milano 1989)
 
L’ALLODOLA
 
Dopo il bacio – dall’ombra degli olmi
sulla strada uscivamo
per ritornare:
sorridevamo al domani
come bimbi tranquilli.
Le nostre mani
congiunte
componevano una tenace
conchiglia
che custodiva
la pace.
Ed io ero piana
quasi tu fossi un santo
che placa la vana
tempesta e cammina sul lago.
Io ero un immenso
cielo d’estate
all’alba
su sconfinate
distese di grano.
E il mio cuore
una trillante allodola
che misurava
la serenità.
 
 
 
 
KATHERINE MANSFIELD
 
CONCHIGLIE
 
Eternamente giace e splende piano
sotto l’enormi tempestose ondate
e sotto le minute onde beate
che il Greco antico un tempo ha nominato
crespe di risa.
Ascolta: la conchiglia iridescente
canta nel mare, al più profondo.
Eternamente giace e canta silenziosa.
 
(Da Poesie, Ali&No, 1999, traduzione di M. Rossi)