Paul Polansky (Usa) – ita/eng

Paul Polansky (Usa) - ita/eng
 
 

Si è spento oggi Paul Polansky, nato a Mason City in Iowa (USA), che la Redazione di Laboratori Poesia intende omaggiare.

Fotografo, documentarista, operatore culturale e sociale, antropologo e romanziere: Polansky è stato tutto questo, ma soprattutto è stato un poeta. Un poeta con una grande passione per la boxe. La poesia e la boxe danno vita ad un binomio bizzarro che racchiude tutta la grinta di quest’uomo che si trasferì a Madrid, nel 1963, anno in cui scelse di disertare, ribellandosi al sistema di leva allora vigente negli Stati Uniti per reclutare soldati destinati a combattere la guerra del Vietnam.

Dopo gli studi universitari, in Europa, Polansky iniziò un viaggio alla scoperta delle sue origini, un viaggio che lo portò ad esplorare per oltre vent’anni la comunità degli Zingari, con cui visse in Est Europa, in qualità di antropologo. Polansky filmò e pubblicò oltre quattrocento racconti orali di Zingari stabilitisi in oltre diciannove paesi diversi. Inoltre, si batté sempre per i Rom kosovari ed è questo che lo rese principalmente noto a livello internazionale. Nel 2004 è stato insignita da Günter Grass del prestigioso premio Human Rights Award.

Tuttavia, come affermò egli stesso in un’intervista rilasciata nel 2012, Polansky scrisse degli Zingari come poeta. Infatti, ci lascia diverse raccolte, che in Italia sono state principalmente pubblicate dai tipi di Volo Press Edizioni, Il foglio letterario, Multimedia, Caosfera.

Segue un testo in lingua originale, scelto e tradotto da Rocio Bolanos.

 

Vernalda Di Tanna

 
 
 
 
A CHILD’S JOB
 
CZECH REPUBLIC (in the voice of a Rom Holocaust survivor)
 
Everyone at Lety had to work,
even us children.
 
Every morning we were
taken to the forest
to pick up dry wood.
 
We had to stack this wood
next to the dead bodies
so they could be burned.
 
Behind the camp a deep
trench was dug so
when Gypsies escaped
they would fall in.
 
If a prisoner was found
in the trench he was shot.
Then we had to bring wood
to burn his body too.
 
We also had to bring wood
to burn the naked bodies
of the women the guards used,
and those who died of typhus,
and those the guards drowned
in the rain barrel and in the lake.
 
When children got sick
the doctor gave them
an injection over the
heart, and we had to
burn their bodies too.
 
I remember when I had
to bring kindling
to burn the body
of my baby brother.
 
I gave him my bread,
but it wasn’t enough.
 
 
 
 
 
 
UN LAVORO DA BAMBINO
 
REPUBBLICA CECA (nella voce di un rom sopravvissuto all’Olocausto)
 
Tutti a Lety dovevano lavorare,
anche noi bambini.
 
Ogni mattina
ci portavano nella foresta
per raccogliere legna secca.
 
Dovevamo impilare questa legna
accanto ai cadaveri
così potevano essere bruciati.
 
Dietro il campo una profonda
trincea era stata scavata così
quando gli zingari scappavano
ci cadevano dentro.
 
Se un prigioniero si trovava
nella trincea veniva sparato.
 
Poi dovevamo portare la legna
per bruciare anche il suo corpo.
 
Abbiamo anche dovuto portare la legna
per bruciare i corpi nudi
delle donne che usavano le guardie,
e coloro che sono morti di tifo,
e coloro a cui le guardie annegavano
nei barili di pioggia e nel lago.
 
Quando i bambini si ammalavano
il dottore li faceva
un’iniezione sul
cuore, e dovevamo
bruciare anche i loro corpi.
 
Ricordo quando ho dovuto
portare legnetti
per bruciare il corpo
del mio fratellino.
 
Gli ho dato il mio pane,
ma non è stato abbastanza.
 
 
Traduzione di Rocio Bolanos