Paul Éluard

Paul Éluard

 
 

“Libertà. Sui quaderni di scolaro / Su i miei banchi e gli alberi / Su la sabbia su la neve / Scrivo il tuo nome // Su ogni pagina che ho letto / Su ogni pagina che è bianca / Sasso sangue carta o cenere / Scrivo il tuo nome // Su le immagini dorate / Su le armi dei guerrieri / Su le corone dei re / Scrivo il tuo nome // Su la giungla ed il deserto / Su i nidi e le ginestre / Su la eco dell’infanzia / Scrivo il nome / / Su i miracoli notturni / Sul pan bianco dei miei giorni / Le stagioni fidanzate / Scrivo il tuo nome […] E in virtù d’una parola / Ricomincio la mia vita / Sono nato per conoscerti / Per chiamarti // Libertà.” In mezzo ci sono tre pagine di questa splendida nenia che da sole valgono l’acquisto di Paul Éluard. Poesie. Traduzione di Franco Fortini con un testo di Louis Parrot, testo francese a fronte (La vita felice, 2019). Paul Éluard, poeta francese nato a Saint-Denis (Seine) il 14 dicembre 1895, partecipò da pacifista alla prima guerra mondiale e poi, attivamente, alla Resistenza. La prima raccolta di poesie è Il dovere e l’inquietudine (1917). Quando doveva scappare portava con sé solo le minute delle poesie. Le poesie ci svelano gli animi degli intellettuali durante i 4 anni dell’occupazione tedesca in Francia. Il poeta è morto il 18 novembre 1952.

Pierangela Rossi

 
 
 
 
Per vivere qui
 
Feci un fuoco, l’azzurro m’aveva abbandonato,
Un fuoco per essergli amico,
Un fuoco per avviarmi nella notte d’inverno,
Un fuoco per vivere meglio.
 
Quel che a me il giorno m’aveva dato, ho dato:
Boschi, siepi, campagne a grano, vigne,
I nidi e i loro uccelli e le case e le chiavi,
Gli insetti, i fiori, i mantelli, le feste.
 
Sono vissuto al solo crepitio delle fiamme,
Solo all’aroma della vampa;
Come una barca ero, che nell’acqua chiusa affondi,
Io ero, come morto, entro un solo elemento.
 
 
 
 
 
 
Ti levi…
 
Ti levi l’acqua si spiega
Ti stendi l’acqua si schiude
 
Tu sei l’acqua distolta dai gorghi
Sei la terra che prende radice
E dove ogni cosa si fonda
 
Fai bolle di silenzio nel deserto dei fragori
Inni notturni canti su corde d’arcobaleno
Sei dovunque abolisci ogni cammino
 
Tu sacrifichi il tempo
Alla gioventù eterna della fiamma esatta
Che vela la natura ricreandola
 
Donna tu metti al mondo un corpo sempre eguale
Il tuo
 
Sei tu la somiglianza
 
 
 
 
 
 
La libertà
 
Libertà o vertigine e quieti piè nudi
Libertà più leggera più semplice
Dell’aprile sublime di limpidi pudori.
 
 
 
 
 
 
Non sono solo
 
Cinta
Di frutta al labbro lievi
Avvinta
Di mille fiori
Gloriosa
Nelle braccia del sole
Curiosa
Del canto d’un uccello
Beata
A una stilla di piova
Più nuova
Del cielo mattutino
Fedele
 
Io parlo d’un giardino
Io sogno
 
Ma giustamente amo.
 
 
 
 
 
 
Non verremo alla meta…
 
Non verremo alla meta ad uno ad uno
Ma a due a due. Se ci conosceremo
A due a due, noi ci conosceremo
Tutti, noi ci ameremo tutti e i figli
Un giorno rideranno
Della leggenda nera dove un uomo
Lacrima in solitudine.