Non imbracceremo le vostre armi – Paola Miraglia


Ultimo grido
 
non imbracceremo le vostre armi
ultimo grido
non andremo alla vostra guerra
nessuno guiderà i vostri carrarmati
i vostri droni i vostri bombardieri e missili balistici
gloria della tecnologia più avanzata
nessuno sventolerà le vostre bandiere
marciando sui corpi di sorelle e fratelli
nessuno suonerà i vostri corni di vittoria
raccoglierà le vostre monete
nessuno dimenticherà la bellezza della terra
la bellezza suprema della terra
per trionfare sul nemico
nessuno ascolterà
la vostra lugubre campagna pubblicitaria
non doneremo a voi l’ultimo respiro
useremo i polmoni
per respirare l’aria tersa d’aprile
per declamare i poeti di tutti i tempi
per fischiare con gli uccelli
non saremo difensori della vostra patria
ma della patria che è nel cuore
di ogni essere vivente
nelle stelle e nelle pietre
fino al cuore della terra
la terra vincerà con la forza dei semi
le braccia degli alberi
le bandiere della luce
vincerà la terra
il solo suono
è il nostro fiato quieto
e l’eco del mare
che bagna gli scogli notturni
non dormo
ascolto la vita
che entra e che esce
il peso del corpo nel letto
e sono selvatico gatto
o volpe acquattata
in una tana di terra
che sente sul pelo la notte
la scia della luna nell’erba
e vigile al buio respira
 
 
Testo di Paola Miraglia
 
 

Solo per questa volta, probabilmente (non posso garantire, la mia anarchia me lo impedisce), ho scelto una sola poesia, anziché tre. Non l’avevo neanche lontanamente programmato e anzi, molto diligentemente mi ero messo a scegliere tre poesie fra quelle che Paola Miraglia, su mio invito, mi aveva inviato. Paola sta per uscire col suo primo libro nella Collana Fuori Stagione di Firenze Libri, e i suoi versi (sono tra i curatori della collana) mi avevano talmente colpito che le avevo chiesto la possibilità di proporre dei suoi inediti per questo spazio. Quindi l’intenzione era quella di scegliere tre poesie fra i suoi inediti, ma quando mi sono imbattuto in questa si è immediatamente accesa una scintilla nel mio cuore ed ho avvertito la necessità di non aggiungere altre poesie a questa.

Paola con forza, chiarezza, canta quello che anche il mio cuore vorrebbe cantare. Da tempo aspettavo versi capaci di esprimere quello che sento. Turoldo era arrivato ad affermare che la guerra non è giusta o sbagliata, la guerra è impossibile. O raggiungiamo questa terra, o dovremo fare a meno della terra. Ma non credo sia questo sentimento di paura che ha spinto il canto di Paola verso il volo. C’è un amore all’origine dei versi, un amore sacro e puro verso la bellezza, verso le creature. E l’amore è il contrario della paura. Non possono stare insieme, dove c’è uno non può esserci l’altra.

Io vorrei che questi versi potessero diventare un canto quotidiano, vorrei che fossero la risposta ad ogni proposta di armamento, vorrei che i nostri cuori all’unisono potessero cantare.

La pace sulla terra sarà possibile solo se sapremo costruirla prima di tutto nei nostri cuori. Nell’antica scienza alchemica, nulla può accadere all’esterno se non è avvenuto all’interno. Questi versi mi sembrano propiziatori, mi sembrano capaci di realizzare quello che cantano. Sono profetici, perché sono vivi, scorre il sangue in questi versi, batte un cuore, batte un ritmo.

Allora il mio invito è: leggiamo questi versi, ogni santo giorno. Aderiamo con tutto il nostro corpo, la nostra anima, con la nostra intera vita. Incarniamoli. Cantiamo con l’intenzione di realizzare la pace, dentro e fuori di noi. Desideriamo la pace, con ogni fibra del nostro essere.

Alla fine dei tempi, nessuno possa dire che non ci abbiamo provato.

Massimiliano Bardotti