Memoria, Umberto Piersanti (Vallecchi Poesia, 2022)
Forse non c’è poeta più adatto a parlare della memoria di Umberto Piersanti, che proprio della memoria ha fatto, in tutta la sua opera, l’elemento fondamentale. “Memoria”, infatti, è il titolo del breve pamphlet della interessantissima collana “Le parole della poesia”, diretta da Isabella Leardini per Vallecchi Poesia. In ogni volume un poeta si confronta con una delle parole proprie dell’universo poesia, Origine, Visione, Simbolo, Mistero, Magia, Ritorno. In questa occasione Piersanti, attraverso la propria esperienza di scrittura, si confronta con i grandi Maestri da lui amati (da Leopardi a Carucci, Pascoli, Ungaretti, Bertolucci) per decrittare lo spettro complesso della parola scelta. Cosa vuol dire “Memoria” per un poeta? Di che “Memoria” stiamo parlando? Sia nel “ricordare” la casa dei doganieri di Montale che nel “rimembrare” Silvia di Leopardi la memoria ti si para d’innanzi, la parola balza fuori da un suo più o meno oscuro entroterra: c’è qualcosa di “gioioso”, uno “slancio” che tale rimane anche dentro testi dominati dalla morte e dalla perdita. Perché va detto, per Piersanti la memoria ha sempre una propria carica vitale, nel senso che rivitalizza la nostra conoscenza del mondo. Va da sé che anche quando la memoria (che pure sappiamo essere selettiva per sopravvivenza) recupera momenti dolorosi, non lascia mai che la sofferenza si imponga in maniera soffocante. Nella poesia di Piersanti ricorrono due elementi cardinali: “il tempo differente” e “i luoghi persi”. Il tempo differente è quello della fuga, dell’amore, della contemplazione. Tutti ci alziamo, ci vestiamo, andiamo al lavoro all’ora stabilita: questo è il tempo quotidiano. Ebbene, il “tempo differente” è tanto intenso quanto breve e può permanere solo nella memoria. Ma pure da tanto lontano la forza della rimembranza può essere così forte da diventare “presente”, la memoria finisce per identificarsi con il “presente” riscattando il senso ultimo dei fatti della vita, rinvigorendone il significato. Certo, la memoria può essere mitica, individuale o collettiva, dell’infanzia, dell’adolescenza, della giovinezza e il poeta ne analizza lucidamente ogni declinazione, sempre alla luce della sua esperienza di lettura e di scrittura. Piersanti infine, suggerisce che la memoria in fondo sia la garanzia prima dell’umana immortalità. Anche perché viviamo immersi nella memoria, anzi, nelle memorie: talora chiudiamo gli occhi e ostinatamente le ricerchiamo, altre volte un oggetto o magari solo un trasalimento d’aria e di colori, le accendono improvvise nella mente.
Nicola Bultrini