Matteo Piergigli

Matteo Piergigli 1

 
 

Michele Paoletti intervista Matteo Piergigli

 

Matteo Piergigli vive a Monte San Vito, un piccolo paese della provincia di Ancona. È sposato e padre di tre figli.“Ritagli” è la sua prima opera edita pubblicata nel 2015 dalla Casa Editrice Kimerik. Nel 2016 una silloge poetica viene pubblicata dalla Aletti Editore nel volume “Notos” in collaborazione con altri cinque autori.“Ritagli 2” pubblicato nel 2016 da Arduino Sacco Edizioni trae origini da “Ritagli”, la prima opera edita. Nel 2017 pubblica con la Samuele Editore la raccolta “Laboratori Poesia 2017” in collaborazione con altri otto autori. Tra il 2014 e il 2018 numerose poesie sono state inserite in antologie e raccolte.

 
 

Come nascono le tue poesie?

Una parola, un ricordo, l’immagine di un cartellone pubblicitario, una canzone, una persona incontrata possono fungere da spunto per la nascita di un testo. L’idea che sta prendendo forma mi frulla per la testa espesso succede di svegliarmi la notte con il testo da trascrivere che rielaboro i giorni seguenti. Questa è una delle modalità più singolari.

 

Quale pensi debba essere il ruolo della poesia nella società di oggi?

La poesia deve far emozionare ed immedesimare il lettore perché come dice anche Canzian “una poesia è prima di tutto una responsabilità”.

 

Cosa pensi del rapporto tra poesia e social?

La poesia per i non addetti ai lavori può apparire noiosa, quindi abbinare immagini e parole o testi rielaborati e pubblicarli su Facebook o Instagram sono modalità che permettono di rendere fruibili i testi ad un pubblico potenzialmente planetario, quindi una bella opportunità.

 

Parliamo adesso del tuo nuovo libro La densità del vuoto, in uscita con Samuele Editore. Ci vuoi raccontare com’è nato, qual è stato il percorso di composizione.

La densità del vuoto è nato nei due laboratori poetici della Samuele Editore tra il 2016 e il 2017. I testi scritti tra il 2016 e 2018 circa 220 sono stati sottoposti ad un vaglio di 10 step dal motodemolitore Canzian che ha portato al definitivo di circa 50 testi divisi i quattro sezioni: l’amore non scade, poesie di consumo, personae, Anna in un cammino che dal grande approda al piccolo.

 

Si respira nei testi de La densità del vuoto un senso di smarrimento di fronte al procedere della vita, una forma di resa.

Come si è parlato in una recente diretta del martedì con Alessandro Canzian la vita mi ha tolto e dato veramente tanto; il male figlio di un dolore enorme e incomprensibile corrompe anche le cose belle o perlomeno oggi impedisce di goderle pienamente. Vivere facendo i conti ogni sacrosanto giorno con una perdita assurda/inaspettata/incomprensibile credo sviluppi dei meccanismi di autoconservazione che obbligano alla resa come nel mio caso.

 

Hai partecipato a diversi ritiri poetici organizzati dalla Samuele Editore. Vuoi parlarci di questa esperienza? Ha contribuito alla crescita del libro? Com’è stato il confronto con altri autori?

Ho partecipato al primo ritiro poetico della Samuele Editore grazie al regalo di compleanno di mia moglie nel 2016. La prima esperienza è stata illuminante e dirompente circa la terribile presa di coscienza che tante delle poesie che avevo scritto fino ad allora non erano poesie.

Tutto ciò che è venuto dopo è stato solo un bene come anche il confronto con altri autori conosciuti tra il primo ed il secondo ritiro e gli eventi organizzati dalla Samuele Editore. Ricordo benissimo alcune tue poesie Michele lette nel 2016 in cui parlavi di persone, quello che troviamo nella sezione personae e Anna sono nate da quella poesia che se non ricordo male parlava di un sacerdote. Nel 2017 altro ritiro e confronto con autori tra cui Laura De Beni in cui avevo espresso all’editore la volontà di concretizzare qualcosa. I ritiri poetici sono momenti formidabili se vissuti con lo spirito giusto e un poco di umiltà dei partecipanti. Le letture suggerite nel gruppo Laboratori di Poesia di Facebook o da Alessandro Canzian direttamente sono state importanti per un percorso che è tutt’altro che concluso.

 
 
 

 
Sento la tua mancanza
come una presenza
scivolo fuori dal letto
in un rivolo d’acqua
a mettere un coltello
sotto “c’è chi dice
tagli in due il dolore”
 
 
 
 
 
 
Olena non ha mai visto
il mare
Lavorava nella cenere
pesante dell’industria
È fuggita su una strada polverosa
dimenticando la memoria
Qui nessuno la conosce
e lei cerca rifugio
negli occhi della gente
 
 
 
 
 
 
Anna fissa le mani
da quella sera di Settembre
ha smesso di pregare
Anna stende lo smalto
sull’intonaco scrostato
dei ricordi ad allungare le dita
su quel poco di vita
che ancora le rimane