Mario Luzi

Mario Luzi 1
 
 

Alessandro Canzian suggerisce Mario Luzi

 
 
A Niki Z. e alla sua patria
 
Che voce già sentita ridere e implorare tra isola e isola
e che strido di rondine guizzata
tra nube e nube viene e mette fine
al letargo sulla riva dopo anni e anni di mare.
 
Chi sei? Non so, ma certo qualcuno come te m’apparve altrove
in lembi di città visti e perduti
dietro un velo di pioggia o sotto un cielo
diviso tra una nuvola e un sorriso.
 
E silenzio e clamore d’un popolo che lotta ti fa ala.
 
Se qui dove s’abbattono
a ondate mare e tempo
non è facile distinguere
echi da voci –
non m’inganno sui gemiti
d’uccisi ingiustamente, riconosco
l’ora che il corvo stringe la sua ruota
e purché l’aria si muova l’impiccato tentenna.
 
Come porti leggera questo peso.
La sofferenza per il giusto allevia
il cuore, dà forza ed ebrietà
e più nella tua patria, anche mia, dove
l’insidia della vipera fa aspra
la via, sotto la pura e tersa lampada
tutto è pieno di luce e di tenebra invisibile.
 
È stagione di pioggia e di schiarite,
di smarrimenti e incontri,
il mare colpo a colpo ride e spasima.
 
 
 
 
Mario Luzi 2

Margherita Dalmati (pseudonimo di Maria Niki Zoroyannidis, 1921-2009), dedicataria di questa poesia di Mario Luzi inserita in Onore del vero, e di una poesia di Montale (Botta e risposta III, in Satura), nasce a Calcide nel 1921. Poetessa, traduttrice e musicista di origine greca e personalità dotata di una forte sensibilità, avvia la sua carriera letteraria nella città di Firenze, dove negli anni ‘50 viene accolta dalla cerchia di letterati del Caffè Paszkowski, fra cui Mario Luzi, Leone Traverso, Oreste Macrì e Cristina Campo. Nel 2017 la Firenze University Press pubblica le sue epistole sotto il titolo Lettere agli amici fiorentini per la cura di Sara Moran. Il libro nasce grazie al fortunato ritrovamento ad Atene degli epistolari di Luzi, Traverso e Macri a Margherita Dalmati e ha consentito di completare il quadro della situazione con le corrispondenti lettere della poetessa e clavicembalista greca conservate negli archivi di Firenze ed Urbino. 1341 pezzi disponibili grazie alle ricerche di Sara Moran permettono di ricostruire i suoi contatti con i grandi protagonisti della Firenze letteraria del dopoguerra, mostrandone i legami anche con l’ambiente romano e milanese. Negli anni del «disgelo» la corrispondenza ci parla della militanza della Dalmati nella lotta per l’indipendenza di Cipro, dell’amicizia con Cristina Campo, delle traduzioni in neo-greco della poesia di Luzi. A scandire gli anni 60 e 70, è invece la sua promozione della poesia italiana in Grecia e di quella greca in Italia tramite la collaborazione a riviste e la traduzione per Einaudi, assieme a Nelo Risi, delle poesie di Kavafis. Le lettere, tenere, divertenti, ironiche e affettuose, delle quattro voci coinvolte nel libro illuminano momenti importanti non solo della cultura del secondo Novecento ma della vita dei singoli protagonisti, mentre al centro e intorno a tutti si muove, con voce cantante e musicale, un’incantevole figura di donna di cui finora si conosceva poco più del nome.