Mario Luzi

Mario Luzi
 

Al fuoco della controversia (bellissimo titolo) di Mario Luzi (1914-2005) è un libro che fa da cerniera tra Nel magma e Frasi nella luce nascente. Ha dunque una sua ragion d’essere perché, se pur composto da una congerie di poemetti usciti perl più su riviste, ha un fil rouge nell’io poetante e… e la vita, la poesia, la mente, la storia, la parusia di Cristo, il silenzio che circonda la voce. Il libro infatti si apre sul mortale duetto tra lui e lei e l’incipit è : Non più lunghi poemi, suppongo. / L’anima brucia rapidamente la sua scorza, / la mente divora la metafora, / il significato è fulmineo.

Quel grande vecchio della poesia italiana, negli ultimi anni un esile signore con una nuvola bianca di capelli, riusciva anche in un libro frammentario a tirare la sua unghiata: Muore ignominiosamente la repubblica.

Nel Meridiano a cura di Stefano Verdino è riportata un’intervista all’Osservatore romano in cui Mario Luzi all’epoca diceva: Il tema fondamentale del mio libro è non solo, come in altri, la sofferenza della storia o la storia come sofferenza, ma anche dubbi sulla realtà profonda della storia […] quel che è stata la vita non è catturabile da nulla. […] Anche l’arte è chiamata spesso in causa come bellissima menzognera.

Per Verdino Al fuoco della controversia sviluppa l’idea del combattimento: Ma quanto più la continuità del tempo e della stessa civiltà sembra minacciata dall’oblio fino a risultare indecifrabile, tanto più in questo libro si rafforza il paradosso della fede.

La lingua è spesso agglutinata o letteraria, con rimandi a Montale e Dante.

Insomma, Al fuoco della controversia è un libro enigmatico che può essere smontato con pazienza di lettura.

 

Pierangela Rossi

 
 
 
 
Poscritto
 
A Granata, nel gulag siberiano, a Ostia –
una riprova superflua, una preordinata testimonianza
oppure sulla lunga controversia
un irrefutabile sigillo? si chiede
lei depositaria inferma
di misura e arte
mentre escono il poeta e l’assassino
l’uno e l’altro dalla metafora
e s’avviano al sanguinoso appuntamento
ciascuno certo di sé, ciascuno nella sua parte
 
 
*
 
 
L’uomo escluso dal ricordo. La sua ricomparsa.
Lo vede lei non sa bene se al passato o in un anticipo dei tempi
che da un punto di luce la osserva
né svela se desidera parlarle
o tacerle dal fondo di una sua distanza di millenni.
Non le dura a lungo un sottile vacillamento.
Lui l’avverte e intanto la pensa
intenta negli anni a eliminarlo
cancellando a uno a uno i segni della sua presenza
e per questo con tanto più amore la contempla
lì nell’immobilità solare del luogo – o forse fraintendo.
 
 
*
 
 
(Scarso lo scriba? distratto? anchilosato nell’arto?
vinto come all’ultimo suo ciascun artista
lui pure? o inenarrabile questo tempo?
questo tempo non ha lingua, non ha argomento?