La sospensione dei pensieri – Francesca Piovesan

piovesan

 

La sospensione dei pensieri

Francesca Piovesan, Libro editato nel programma di Laboratori Poesia

 
(Ladolfi Editore, 2016, prefazione di Giulio Greco)

 
 

Isbn 978-88-6644-314-8

 
 
 
 

La poesia come esprit de finesse

Il titolo della seconda raccolta di Francesca Piovesan spinge di primo acchito a cercare analogie con Les Pensées di Blaise Pascal, il grande filosofo francese tormentato dalla coscienza dei limiti umani. Egli mediante l’esprit de finesse riesce a superare le angustie della pura razionalità intrinsecamente incapace di cogliere la realtà dell’essere umano profondamente complesso, enigmatico, contraddittorio, ricco di infiniti aspetti. Ma Pascal è filosofo […] il poeta invece traduce in atto quello “spirito di finezza”, lo concretizza, lo invera. Anche Francesca Piovesan si pone sulla scia del pensatore transalpino

[…]

La macrostruttura è delineata dalle diverse sezioni che scandiscono la diversità dei “pensieri”[…] Il pensiero del poeta è una sensazione che a fatica si risolve in parole. In questa lotta troviamo l’intera personalità di un essere che, oltre alla ragione, è materia, storia, lingua, vicenda, coscienza e inconscio, relazione, razionalità, sentimento, progetto, aspirazione, tradizione, originalità…

[…]

La Piovesan senza dubbio rappresenta l’esempio concreto che le maniere novecentesche postromantiche, avanguardiste o neoorfiche hanno lasciato finalmente il posto a una parola “chiara e forte”[…], una parola che sappia delineare scenari, aprire orizzonti di senso, battere con vigore sul cuore e sull’animo del lettore. Sensazioni tattili, visive, olfattive («Odore di zenzero e panpepato») si uniscono a una passione vissuta nella sua completezza («assaporo, morso a morso, / sino a farti per sempre mio»)[…]. I pensieri lieti, però, possono trasformarsi in pensieri lievi, che colmano lo spazio tra poesia ed esistenza:

suoni, piante, silenzi, persone
escono dalle pagine, entrano
nella vita vera dei versi.

Ecco dunque delinearsi scene di rara bellezza, in cui la natura e l’uomo trovano un’unione di intenti in un’atmosfera trasfigurata («In questa / notte di San Giovanni / tra faville d’erbe magiche / le fiamme s’alzano al vento / a lambire dolci pensieri»)[…] la poetessa si lascia conquistare dall’ebbrezza “panica” (nel senso francescano del termine e non certo nel senso dannunziano) come parte di un’immensa vita («mi abbandono tra spighe ondeggianti») […]. Per questo è difficile sentirsi radicati soltanto nella propria terra.

Pensieri lontani: eppure quell’essere contraddittorio soffre di nostalgia (etimologicamente: “malattia del ritorno”). Verso dove? «Avvinta da una malìa» la poetessa scopre un lato nascosto che affiora quando avverte la lontananza della persona amata al punto da percepire un vero e proprio manque-à être della propria personalità («Sono come svanita»). L’esperienza, tuttavia, ci ammonisce che la «sensazione / di noia indistinta» lascia il posto a pensieri intensi: la passione trafigge l’animo («E poi vorrei sapere perché / con lo sguardo mi perfori l’anima / e infrangi la certezza del ricordo»), un animo «vuoto» “attraversato dalla pioggia”. E la vita ritorna con fardello dei giorni (Pensieri pesanti): «Anima e corpo spossati / giacciono in un limbo, immoto». La gioia, l’unione con l’universo, l’esistenza stessa paiono svanire nell’indifferenza, nella mancanza di prospettive, e tutto si disfa «in polvere di sogni» […]. Pensieri sospesi: eppure il cuore umano non si rassegna; la voglia di ribellarsi ritorna («E se oltre il buio profilo dei monti / si facesse improvvisamente sereno?»), anche se fievole, nella routine quotidiana, dove si alternano, si mescolano e si separano ricordi adolescenziali, speranze, il «sogno di ragazza»: è difficile spingersi «oltre l’orizzonte degli eventi».

Quale la conclusione? La affido alla sensibilità e all’esperienza del lettore. Certo, in questi versi così levigati, in questo lessico così sorvegliato ed essenziale pulsano l’esperienza e la sensibilità di ogni persona, perché i pensieri di Francesca Piovesan descrivono con potenza i nostri pensieri.

dall’introduzione di
Giulio Greco

 
 
 
 

Per sempre mio
 
Sento le tue mani calde,
profumano di pane fragrante,
impastano anima e corpo.
Sul tuo volto di farina
poso la mia fronte.
La tua guancia di mollica
mi accoglie e ti ricopro
di baci scrocchianti, ti
assaporo, morso a morso,
sino a farti per sempre mio.
 
 

 
 
 
 
Notte di San Giovanni
 

Verdi screziati
nel crepuscolo caldo.
Effluvio di rosmarino in fiore,
aroma di magnolie.
Senso di quiete profonda.
Nella luce soffusa si sperdono
parole e versi. In questa
notte di San Giovanni
tra faville d’erbe magiche
le fiamme s’alzano al vento
a lambire dolci pensieri.
Poi la notte morbida
ricopre tutto.
 
 
 
 
 
 

Evanescente presenza
 
Il pieno, il vuoto.
Frastornante silenzio
di pensiero pregno
nel caos cosmico.
Sono come svanita.
 
 
 
 
 
 

Miraggio
 
Un languore profondo mi vince,
dolceamaro sentire.
Mi sfinisce il tuo sguardo
color della terra
screziato di cielo.
 
 
 
 
 
 

Inconsapevolmente consapevole
 
Sull’aria di cristallo
collidiamo inermi.
Inetti a questa vita
ci abbandoniamo al caso,
ci consumiamo, poi
verso la fine, d’improvviso,
ci accendiamo d’infinito
ci disfiamo in polvere di sogni.
Tragico inganno dello stupore.
 
 
 
 
 
 

La coperta
 
Scivolo in un pensiero di morte
disfacimento dissolvimento.
Occhi si accendono e si spengono.
Improvvisi scampoli di vita
tessono una coperta consolatrice,
la coperta di bambina
che tormentavo col ditino.
 
 
 
 
 
 

Francesca Piovesan è nata a Venezia e laureata in Lettere a Ca’ Foscari. Abita a Pordenone. E’ insegnante di scuola secondaria di secondo grado. Coltiva nel contempo la passione per la scrittura, lavorando prima su riviste associazionali, poi sul «Gazzettino», per il quale ha condotto dei reportage di carattere culturale e sociale. Nel privato scrive per diletto testi sia poetici sia narrativi. Solo negli ultimi anni ha deciso di renderli pubblici, partecipando a qualche concorso. La poesia Vienna è stata segnalata per qualità e originalità al V Concorso di poesia e letteratura di viaggio “Le capitali” nel 2010 e il racconto Parole silenti ha ricevuto un riconoscimento e targa celebrativa, nonché citazione nell’antologia, alla 3^ edizione del concorso “I Picentini” nel 2011. Ha ricevuto la menzione d’onore della giuria al concorso “La voce dell’anima” e suoi testi sono stati inseriti nell’ebook La voce dell’anima 2016. La video poesia “L’onda infame” è risultata finalista nel “Premio Internazionale di letteratura Antonia Pozzi” del 2016. Ha un blog di letteratura nel sito “I colori della vita”. Nel 2015 per la casa editrice Ladolfi ha pubblicato la raccolta di poesie Una vita tante vite. Il libro è stato inserito nello scaffale del blog di poesia della RAI curato dalla poetessa Luigia Sorrentino ed è stato recensito da varie riviste e blog letterari.