La rima semplice (esercizio)

Il secondo esercizio sull’eufonia tratterà un tema di base: la rima semplice.

Se l’assonanza, come abbiamo visto, è una forma di rima imperfetta, il passo successivo è quello della rima, appunto, semplice.

Tale rima si ha ogni volta che c’è è un rapporto di identità tra due parole, a partire dall’ultima vocale tonica.

In parole povere, le due parole “che rimano” devono essere identiche dall’ultima vocale accentata in poi, altrimenti non avremo rima.

Le rime semplici, in base alle parole, potranno essere piane, tronche o sdrucciole:

 

• Rima piana: pÀNE : cÀNE : tÀNE : sÀNE : tisÀNE;
• Rima tronca: andÓ : lo sÓ: ma nÓ: perÓ : volÓ : pedinÓ;
• Rima sdrucciola: genÈRICO : collÈRICO : cadavÈRICO : battÈRICO : sÈRICO.

 

TRACCIA:
 

TEMA = il viaggio.
METRO = a piacere.
SCHEMA = ABABABCC, dove A corrisponde a una rima sdrucciola, B a una rima tronca, e C a una rima piana. Minimo una strofa, massimo due (potete cambiare le rime tra una strofa e l’altra, anche se deve restare inalterato lo schema sdrucciole / tronche / piane).

 

Esempio:
 

Ho contattato un ufficio turistico
Per valutare un bel viaggio per me:
“Voglio un percorso, che so, escursionistico,
non troppo giovane, né demodé:
voglio arrivare in un luogo utopistico,
senza dovere sborsar chissà che.”
Per un momento nessuno risponde,
poi d’improvviso, parole iraconde:
 

“Questo, mio caro, è uno studio dentistico,
sto lavorando io, non come te:
mi fa scattare un rancore estremistico
prendere atto che, senza un perché,
c’è chi si impegna con piglio realistico,
mentre tu sogni vacanze e soufflé.
Tu vuoi viaggiare, buon dio, m’addolora:
sai che puoi fare? Puoi andare in malora.”