Cinzia Marulli, La casa delle fate (La vita felice, 2017). Postfazione di Marco Antonio Campos.
La casa delle fate è un percorso nella comprensione. Comprensione è una parola che – non a caso – utilizza anche Marco Antonio Campos nella postfazione dell’opera. Un libro diviso in tre sezioni che sono anche il cammino verso quello che si può definire un itinerario nella comprensione del dolore. L’entrata – l’uscita – il dopo.
La vicinanza al dolore non è una cosa semplice. Chi condivide il dolore con un’altra persona, a un certo punto entra in una sorta di comunione con l’altro cioè chi vive in prima persona e chi lo condivide diventano un tutt’uno: anche quello della comunione è un itinerario.
Il libro nasce da un’esperienza personale dell’autrice proprio nella casa delle fate che è una casa di riposo per anziani. L’esperienza personale diventa ben presto motivo di riflessione su temi come la solitudine, il dolore, la vecchiaia.
L’entrata nella casa delle fate è l’entrata nel micromondo, l’approccio al dolore, al corpo che muta, alla solitudine sconfinata, ancestrale. Il microcosmo che influenza anche chi entra come visitatore. È tutta una riflessione sul tempo: “si ferma il tempo” comincia così il libro. Attesa, spaesamento, sguardo al soffitto.
Nella prima parte il lettore fa l’incontro con un personaggio che è sia metaforico che reale ovvero quella che l’autrice chiama la Signora Morte. In questa parte siamo ancora nell’ambito dello sguardo dall’esterno che sta entrando nella comprensione: negli anfratti distanti/ dove la vita si è fermata/ a guardare.
La seconda sezione del libro è una sezione molto dura, anche il lessico cambia molto, è il momento dell’ultimo saluto, immagini mortuarie, il momento del distacco dalla figura materna: per correlazione il linguaggio è influenzato da questa idea del distacco. Si sta compiendo l’itinerario della comunione con le cose del mondo. Il distacco diventa pietas e anche il cipresso si piega: “s’è piegato il cipresso/ davanti al tuo letto senza numero.
La terza sezione è il Dopo. Gli itinerari si sono compiuti: “ho preso il tuo corredo/ quello che conservavi come un tesoro/ nel baule della nonna/ l’ho lavato tutto/ quando ho terminato/ ho rilavato tutto da capo”. Ricominciare da capo ha una doppia valenza. Da una parte è cercare di nuovo il contatto con la persona nelle piccole cose ma è anche voler farsi carico del bagaglio del passato per andare avanti, questa volta da soli confrontandosi con l’assenza, elaborare.
“Di quella stanza ho fatto la mia cattedrale” è il verso conclusivo di una poesia di questa sezione che esemplifica la valenza del ricordo. Il ricordo è come una cattedrale: forte, edificata, autorevole, qualcosa su cui si può contare.
Melania Panico
Alcuni testi:
Si ferma il tempo
nel percorso che m’avvicina
in questo luogo risiedi
qui – dove la vita passa nell’attesa.
Il candore della tua pelle m’accarezza
quella pelle tornata bambina
ora che invochi me
come fossi io tua madre.
È arrivato il caldo
e ora le fate stanno tutte in giardino
il sole porta via i pensieri freddi
stanno lì a guardare il cancello
in attesa di uno squillo
i figli in vacanza
tranquilli e beati
si sono lavati le tasche
coi soldi della retta.
Ho ridipinto la tua stanza
di bianco
per darle più luce
dove c’era il lettone tuo e di papà
ho messo un divano rosso
e di fianco la mia scrivania.
Di quella stanza ho fatto la mia cattedrale.
Cinzia Marulli è nata a Roma il 6 marzo 1965 dove tuttora risiede.
Ha studiato all’università «La Sapienza» di Roma sino-indologia e sta traducendo alcuni tra i principali poeti cinesi contemporanei e in particolare i poeti brumosi (Bei Dao, Mang Ke e altri).
È curatrice della collezione di quaderni di poesia Le gemme (Ed. Progetto Cultura) e promotrice culturale di rassegne di poesia. Ha partecipato a vari festival internazionali di poesia all’estero e le sue poesie sono state tradotte in cinese, greco, inglese e spagnolo e pubblicate in Cina, Bolivia, Colombia, Ecuador, Messico e Spagna.
Ha rappresentato l’Italia in diversi Festival di Poesia internazionali (America Latina e Lussemburgo).
In collaborazione con il Gatestudio Records ha realizzato progetti di videoarte.
Nel 2016 ha vinto la Prima edizione del premio di Poesia Casa Museo Alda Merini.
Pubblicazioni:
Agave (LietoColle, 2011);
Las Mantas de Dios – Le coperte di Dio (Ed. Progetto Cultura, 2013)
Percorsi (La Vita Felice, 2016)