La ballata (esercizio)

Bozza automatica 297

 

Nel presente intervento tratteremo un grande classico della prosodia italiana: la ballata.

La ballata è una composizione metrica tipicamente italiana, che sorge a Firenze e Bologna attorno alla metà del XIII secolo e viene condotta a perfezione d’arte alta dallo Stilnovismo e da Petrarca.

Suo tratto fondamentale è la presenza, come prima strofa, di un ritornello o ripresa, la cui ultima rima è ripetuta, di regola, alla fine della stanza (o delle stanze, sempre tutte uguali tra loro, se sono al plurale).

La forma più primitiva è quella detta zagialesca (per convenzione si dedicano le ultime lettere dell’alfabeto alla ripresa): xx (ritornello) — aaax (stanza) + xx (ritornello) — bbbx (stanza), ecc.

Si sviluppò quindi così: xy.yx (ritornello) — ab.ab.ab.bx (stanza) + xy.yx (ritornello) — cd.cd.cd.dx + ritornello —, ecc., dove ab si chiama mutazione o piede (dunque tre mutazioni o piedi; prima mutazione, seconda, terza) e il quarto elemento bx si chiama volta, perché con la sua rima volge al ritornello.

L’evoluzione più matura della ballata antica è la seguente: xy.yx (ritornello) — ab.ab (mutazioni o piedi) bc.cx (volta) [piedi + volta = stanza] + xy.yx (ritornello) — de.de.ef.fx + ritornello.

Dunque: il primo verso della volta è legato all’ultimo verso dei piedi e l’ultimo verso della volta è legato al primo del ritornello, la volta ha la stessa misura complessiva dei piedi e ribadisce la struttura del ritornello. La terminologia usata per suddividere i vari tipi di ballata è oscillante, e oggi si tende a semplificare in:

 
 

  • ballata grande (ripresa di quattro versi);
  • ballata mezzana (ripresa di tre versi);
  • ballata minore (ripresa di due versi);
  • ballata piccola (ripresa di un endecasillabo);

 

  • ballata minima (ripresa di un verso solo, di lunghezza minore dell’endecasillabo).

 

S’aggiunga la ballata stravagante, con ripresa maggiore di quattro versi. Quindi, riassumendo le regole della ballata:

  • sarà un componimento che dovrà iniziare con il ritornello (o ripresa);
  • seguono un numero x di stanze: alla fine di ognuna di esse vi è un numero di versi che riprende il ritornello (da cui il nome “ripresa”);
  • ogni stanza è composta da un certo numero di piedi e da una volta, il cui ultimo verso rima con il primo del ritornello;

  • le ballate vengono catalogate in base al numero di versi che compongono la ripresa.

 

Traccia:

 

TEMA = libero.

 

METRO = endecasillabi a majore (di 6°) e settenari / ottonari (a scelta).

 

SCHEMA = Ballata mezzana con ripresa XYy e stanze ABAbaBAx (più la ripresa, e quindi ABAbaBAxXYy). Minimo due stanze, massimo quattro. Le rime delle stanze possono cambiare, ma quelle della ripresa (la X e la Y), devono restare le stesse.

 

Esempio:

 
Terribile il risveglio mi sorprende,
D’intorno ancora avverto quegli immondi
Vermi infetti, e nauseabondi.
 
Esatto, avete inteso, ché dormendo
Repente mi trovavo tutto avvolto
Di larve incarognite che, affliggendo
Le carni infino al volto,
L’umori miei suggendo,
Il sonno disperato hanno stravolto,
In un affresco eccentrico ed orrendo,
Che il gusto certo offende.
 
Eppure ancora il tatto vilipende
Tanta imago, ch’è impressa nei profondi
Abissi tremebondi.
 
Mi lavo, forse riesco a mandar via
Il senso di sporcizia e corruzione,
Quell’angoscioso senso di asfissia
E gravida afflizione;
Ma sulla pelle mia
Demonica si muta l’abluzione,
E in quelle gocce d’acqua, per magia,
Più tumultuoso rende
Lo stanco cuor, che a tale orror s’arrende.
Ahi lasso, invano al guardo li nascondi,
Quei mostri inverecondi!
 
Capisti infin, tra gli ultimi respiri,
L’origine degli esseri voraci:
Così, mentre la vita estrema spiri
Tra i repellenti baci
Sussurri tra i sospiri:
“Vivendo, le disgrazie pertinaci
Sovente e solo in ogni giorno ammiri;
Quel male infine prende
Purezza, la contamina e sorprende
Corrotta e moribonda, tra gli immondi
Vermi infetti, e nauseabondi.”
 

Mario Famularo