IL VELIERO CANNIBALE 8 – MARY QUEEN OF CHANCE

IL VELIERO CANNIBALE 8 - MARY QUEEN OF CHANCE

Addio di Maria Stuarda alla Francia
Robert Herdman, 1867

 
 
 
 

Malinconie, anacronismi e moralismi del Capitano Peleg

 

Moby Dick è il libro che più si avvicina al Libro dei libri. In nessun altro si disputa intorno all’esistenza di Dio, o alle prove della sua inesistenza. In uno l’immensa Arca; nell’altro l’oscuro Pequod, che è di Achab, ma non è Achab, perché il Pequod è il suo proprietario, il quacchero, il dimenticato Peleg, che l’aveva addobbato “come un barbaro imperatore etiopico… Era fatto di trofei. Un veliero cannibale, che si ornava delle ossa cesellate dei suoi nemici”.

Parafrasando le parole usate da uno scrittore per parlare di un altro scrittore, il nostro Capitano Peleg, risorto con un artificio, è un naufrago del passato che il Fato ha proiettato sulle sponde di un altro tempo. A cura di Frescobaldi MacIntyre.

 
 

C’erano una volta cinque bambine.
Una comandava, per nascita e titolo, le altre quattro ubbidivano, più che altro al destino.
Nessuna di loro valeva davvero per quello che era: la prima era solo il tesoro di Scozia, la seconda e la terza due libbre d’argento versate dai genitori per fedeltà e in cambio di riconoscenza, la quarta uno scellino trovato per terra e dato al primo potente che passava, la quinta un regalo e nient’altro.
Tutte si chiamavano Mary.
La più grande aveva sei anni, la più piccola quattro.
C’erano una volta cinque bambine, e un castello sul mare e una flotta di navi ad aspettarle la mattina dopo, e una terra straniera che era mistero e paura allo stesso tempo.
Il temporale improvviso aveva fatto piombare il castello nel buio prima del previsto e le bambine che valevano tutto e niente erano scomparse.
La sala al pianterreno da dove erano fuggite aveva una sola porta incustodita, quella che portava alla rampa di scale di pietra e al piano superiore, dove i corridoi e le stanze vuote da più di un decennio formavano un labirinto.
Le risate delle fuggiasche – o erano singhiozzi? – risuonavano negli angoli, rimbalzavano sulle pareti, attraversavano porte, si rincorrevano e rincorrevano il piccolo gruppo degli inseguitori, che sparpagliati cercavano i nascondigli delle bambine.
Dopo due ore ne avevano stanato solo una, Mary Fleming, convinta a interrompere quel gioco che assomigliava a una piccola guerra di sopravvivenza, dalla voce di Janet Stewart, la madre, l’unica, oltre a quella della bambina al comando, che avrebbe accompagnato la figlia nel lungo viaggio che le attendeva.
Non restava molto tempo, la notte e il nemico incombevano.
Mandarono allora a chiamare Oldifeld, il cantastorie. Oldifeld chiese a Janet di parlare con sua figlia, da solo. Si inchinò alla bimba e poi si inginocchiò davanti a lei, e per ciascuna delle sue compagne le fece una domanda.
Oldfield, chiese che venissero aperte tutte le porte. Scelse con cura un punto preciso del corridoio principale dove sistemarsi e cantò a squarciagola, così che la sua voce potesse giungere ovunque.
Per Mary Beaton cantò:
 

Don’t you hide, little madam,
come outside, come on, goddam.
From the woods near your Dunbog
to take you runs a black dog.

 
Per Mary Seton cantò:
 

Thou see what thou see,
but it’s not so for me,
cause I see your tomorrow.
Well it s great and it’s bright:
the queen Mary and you
till her dark latest night.

 
Per Mary Livingston cantò:
 

It’s sad the story of Mary red-hair
the sweetest maid that sleeps elsewhere.
So wake up baby
let hear your voice,
to sing this song
your only choice.

 
E per la regina di Scozia mastro Oldfield cantò:
 

Don’t you know you’re never going to
get to France,
Mary queen of chance,
will they find you?

 
La mattina dopo, il capitano Nicolas de Villegagnon accolse sulla sua nave la piccola Maria Stuarda regina di Scozia e le sue quattro damigelle, Mary Beaton, Mary Seton, Mary Fleming e Mary Livingston, con destinazione il regno di Francia.
È il 7 agosto 1548 e una regina di 5 anni sa che quando un giorno ritornerà a casa, niente sarà bello e stranamente pieno come la sera prima, nascosta nel doppio fondo di un armadio e una canzone sconosciuta che parla di te.