IL VELIERO CANNIBALE 22 – PANORAMICA

IL VELIERO CANNIBALE 22 - PANORAMICA

Alex Colville, Alex Colville, To Prince Edward Island (1965), acrylic emulsion on Masonite, 61.9 x 92.5 cm. National Gallery of Canada, Ottawaa 

 
 
 
 

Malinconie, anacronismi e moralismi del Capitano Peleg

 
 

Moby Dick è il libro che più si avvicina al Libro dei libri. In nessun altro si disputa intorno all’esistenza di Dio, o alle prove della sua inesistenza. In uno l’immensa Arca; nell’altro l’oscuro Pequod, che è di Achab, ma non è Achab, perché il Pequod è il suo proprietario, il quacchero, il dimenticato Peleg, che l’aveva addobbato “come un barbaro imperatore etiopico… Era fatto di trofei. Un veliero cannibale, che si ornava delle ossa cesellate dei suoi nemici”.

Parafrasando le parole usate da uno scrittore per parlare di un altro scrittore, il nostro Capitano Peleg, risorto con un artificio, è un naufrago del passato che il Fato ha proiettato sulle sponde di un altro tempo. A cura di Frescobaldi MacIntyre.

 
 

PANORAMICA

 

La vita di Pablo Eduardo Luxemburg è stata un romanzo.

Come tutte le altre.

E come tutte le altre sarebbe un romanzo noioso se non ci si limitasse a pochi, fulminanti attimi di dolore o ribalderia. Non ce ne furono pochi, ma uno soltanto meriterebbe forse la culla di un libro. Uno di quei gesti che da soli bastano a far perdere il diritto di considerarsi una brava persona.

Ne venni a conoscenza direttamente da lui, a Puerto Montt, in uno dei rari periodi che trascorreva sulla terraferma, pochi mesi prima che se ne andasse per sempre. Le coordinate sono il blu, suo padre, la zoppia che lo afflisse ancora bambino, la sua passione per l’ottocentesca caccia alla balena, e l’alba del giorno più straordinario che un uomo possa immaginare.

A unire i punti che tali coordinate producono sarebbe la penna sul foglio, e la figura che scaturirebbe tracciando segmenti da un punto all’altro il romanzo. Invece, l’unico a conoscere l’ordine da seguire e le regole di ingaggio, l’unico quindi a poterlo scrivere è Pablo Eduardo, che non c’è più.

 
 
Il giorno che morirò inizierà
come tutti gli altri
e invece il mare si ritirerà
inghiottirà il mondo
ma solo io lo sognerò
suonerà quella musica [quale altrimenti?] inizierà come tutti gli altri
con un dubbio
senza risposte
e invece sarà verità finalmente
alla fine, la fine
di tutto, di un cammino inutile
e chi se ne importa
nessuno, nessuno
potranno piangere loro
e non io, questo sì è un rimpianto
io potrò solo sorridere
si sorride nei girotondi
la vita è una smania
una cascata d’oro e fango
un tintinnio che tiene svegli sempre
una finestra, sul fiume
sull’erba
su una notte.
 
 

Beth passò gli ultimi istanti che precedevano il tuffo nell’oceano a urlare.

Io tacqui, invece, scoprendo che la Panoramica era oltre il guard rail che acquistava il suo senso più autentico.

Gli attimi, quel genere di attimi, sono ossimori, e finiscono per essere lunghissimi.

In ogni caso, fu un bel vedere.