L’amore
Il profumo della pioggia. Un film romantico.
Dire buonanotte a qualcuno.
Sorridere ai bambini, per strada.
Incrociare lo sguardo di un passante.
Andare oltre, ogni tanto perdersi
nella nostalgia, ma poi ricominciare.
Ridere.
Sorridere se sta scrivendo.
Sorridere se ti penso.
Sentirsi armata, ben difesa.
Qualcuno che ti disarmi,
e che nonostante tutto sia una continua smentita,
una continua resa, e ti renda felice di questo.
Piangere senza un motivo e poi no, non farlo.
Essere sempre una ragazzina che si improvvisa un’ adulta.
Di fronte al mare,
in un abbraccio, il posto migliore.
Scrivere, baciare, raccontare.
L’amore che non fa dormire e ogni volta ricomincia.
L’amore che non sa come finire, e rimane.
L’amore delle infuocate dichiarazioni,
l’amore timido che si schermisce
e ogni volta
con gli occhi ti bacia.
L’amore.
Sapersi a memoria. Ripetersi dentro. Sentirsi.
Sillabe d’amore
E queste sillabe
le trasformo in un grande amore.
Sguardi (ancora amare, amore)
Sguardi. Sguardi rubati, sottratti all’incedere degli altri e di
questo tempo, traslato in una realtà di carta che annulla il
confine dei sogni, il margine delle braccia che stringono
l’amore che ti porto e sento.
È l’amore che ti scrivo e preparo,
come il dono di ogni giorno,
perché sia sempre ora, qui
e per sempre.
E ancora.
da Cuore puro di Laura D’Angelo (Interno Libri Edizioni, 2024)
Cara Laura, che emozione aprire il tuo libro cartaceo, già letto in digitale e con impressioni più superficiali, e farsi trascinare, ancora insonne, da una corrente di emotività inerme e fragile, al contempo coltivata e intensa. Cuore puro intitoli questa tua raccolta di poesie in forma di prose. Non ti bastava la parola Cuore di un poeta vivace nei nostri anni più che della fine di un altro secolo, Beppe Salvia, e hai aggiunto quella qualità sbalorditiva della purezza che si manifesta, che s’innerva nelle parole e le rinnova, che strappa la pelle e si scarnifica nelle ossa. Puoi essere felice almeno del tuo libro. Del resto per amare, come tu dici, abbiamo imparato a scrivere. Hai intessuto un libro incantato e drammatico, semplice e coltissimo senza troppo apparire, di dolore e di amore che fa male. Mi viene in mente un titolo di Elsa Morante che si adatta bene al tuo libro, Senza i conforti della religione. Ecco, ci sono continui i rimpianti e gli incanti, i ricordi e i sogni, gli incontri e le rincorse, ma il conforto dura appena qualche istante. Continuerò a leggerlo piano piano, lo porterò con me per qualche tempo, stando in tua compagnia, cara Laura.
Gabriella Sica
13 aprile 2024