Tratterò in questo intervento una particolare tipologia di impostazione del ritmo, a metà strada tra metrica ed eufonia: la dissimulazione dei versi.
Abbiamo dissimulazione quando due o più versi, pur apparendo canonici e/o legittimi di per sé, riscritti come un singolo verso ne compongono uno altrettanto legittimo e/o canonico, o viceversa.
Un esempio eccellente: “Soldati” di Ungaretti:
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie
Letti così appaiono come un quaternario, un ternario piano, un ternario sdrucciolo, un ternario piano.
Eppure:
Si sta come d’autunno
sugli alberi le foglie
Sono due settenari di seconda.
O anche, a questo punto, un doppio settenario di seconda: “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”.
Quindi, nel nostro esempio, i quaternari e i ternari sono versi “simulati”, mentre i settenari o il doppio settenario sono versi “dissimulati”.
A cosa serve questo escamotage?
- a dare maggiore rilievo a una o più parole, isolandole nel verso;
- a dare maggiore rilievo a degli accenti secondari, facendoli diventare principali (esempio lampante il “come” nei versi ungarettiani);
- a consentire più di una lettura ritmica, non vincolando il lettore a un singolo andamento.
Tale dissimulazione può avvenire con ogni genere di verso, ma quello che conta è che i versi dissimulati e quelli simulati siano ambedue legittimi dal punto di vista prosodico, altrimenti non vi è alcuna dissimulazione, ma esclusivamente una particolare impressione ritmica di andamenti.
Va specificato che è possibile la dissimulazione anche “al contrario”: ovvero un verso lungo che al suo interno “dissimuli” due o più versi prosodicamente legittimi.
Traccia:
TEMA = a piacere.
SCHEMA = a piacere.
METRO = a piacere.
REQUISITI = dissimulare in versi canonici almeno un endecasillabo, un settenario, un ottonario e un decasillabo.
Esempio:
Stamattina mi sento
annoiato,
ho bevuto
diciotto caffè.
Credi che basti
la voglia di fare,
per superare la
monotonia?
Tieni presente il progetto
ed insisti:
mentre pensi,
non fermarti.
Almeno
questa sera
la mente, troppo
nera
sarà stanca e,
più sincera,
nel sonno
crollerà.
Mario Famularo