Goethe

Goethe

 
 

Ma com’era quel dongiovanni che scrisse il Werther, Le affinità elettive, il Faust dando ai personaggi i nomi delle donne amate? “Voi non sapete quanto quest’uomo amabile e seducente potrebbe riuscirvi pericoloso – scrive Zimmermann a Charlotte von Stein – Una donna di mondo che lo ha visto spesso mi ha detto che era l’uomo più bello, più vivace, più originale, più ardente, più impetuoso, più dolce, più seducente e più pericoloso per il cuore di una donna ch’essa avesse mai visto in vita sua”. J.W. Goethe (1749/1832) si fidanzò una volta e si sposò una volta, ma nel tragitto della sua vita ebbe molte donne a cui dedicò poesie. La donna era connaturata alla natura. Nel florilegio che segue (da Goethe. Poesie d’amore, Newton, 1997) ogni poesia è dedicata a una donna diversa. Oscillando tra cliché e originalità, dando pseudonimi, non dimenticava mai di omaggiare con versi d’amore la predestinata del momento.

Pierangela Rossi

 
 
 
 
Ad Annette
 
Davano ai loro libri,
gli antichi, i nomi degli dèi,
delle muse e degli amici,
ma nessuno quello dell’amata;
e perché io, Annette,
che per me sei dea, musa,
sei amica, sei tutto, perché
non dovrei dare a questo libro
il tuo amato nome?
 
 
 
 
 
 
L’addio
 
Siano i miei occhi a dire l’addio
che la bocca non sa pronunciare.
Che pena, che pena da sopportare!
E dire che sono un uomo.
 
Triste diventa in quest’ora
anche il pegno d’amore più dolce,
freddo il bacio della tua bocca,
fiacca la stretta di mano.
 
Un tempo come m’esaltava
un bacio strappato al volo!
Così ci rallegra una violetta
colta sul far di marzo.
 
Ma io non coglierò più ghirlande,
mai più una rosa per te.
È primavera, Franzchen,
e autunno, purtroppo, per me.
 
 
 
 
 
 
Ora sente quell’angelo ciò che io sento;
il suo cuore ho guadagnato al gioco,
e adesso lei è mia col cuore.
Mi hai dato tu, sorte, questa gioia:
fa’ che anche domani sia come oggi,
e insegnami a essere degno di lei.
 
 
 
 
 
 
Cara Lili, sei stata a lungo
tutta la gioia, tutto il mio canto;
adesso, ahimè, sei tutto il dolore,
e tutto il mio canto, ancora.
 
 
 
 
 
 
Ah, come rimani in me
e io rimango in te!
No, nella verità
più non dispero.
Quando mi sei vicina
sento che amarti non devo;
ma quando sei lontana
sento che t’amo davvero.
 
 
 
 
 
 
Dolci affanni
 
Via, via da me, affanni! – Ma no, non lascia il mortale
             l’affanno prima che sia la vita a lasciarlo.
Se così dev’essere, allora venite, affanni d’amore,
             scacciate i fratelli, prendete e dominate il mio cuore!
 
 
 
 
 
 
Gli amanti
 
E invece siamo sulla retta via!
             Per fondere con gioia quant’è più rigido
             deve ardere più che mai il fuoco d’amore.
 
 
 
 
 
 
Possibile, cara, ch’io t’accarezzi,
e ascolti l’eco della voce divina
impossibile pare sempre la rosa,
incomprensibile l’usignolo.