Flaminia Cruciani propone Mattia Tarantino


 
 
 
 
L’angelo di Isacco è maledetto,
non avrà il perdono dell’agnello
esiliato dalla morte: l’olocausto
è mezzo verbo e assoluzione.
 
Agnello nostro buffone, rendi
marcia la salvezza non offrendo.
 
 
 
 

Sono rimasta colpita dalla poesia di Mattia Tarantino sin dal primo incontro con i suoi versi, soprattutto quando ho saputo la sua giovane età, perché scrive con la consapevolezza di una creatura millenaria. Ho sentito la sua parola poetica vicina alla mia. Con una poetica vertiginosa in cui si sedimentano codici trascendentali, fra invocazione e maledizione, sapienza e delirio, Tarantino ci conduce nell’officio del sacro. Ci porta nella sottrazione, nell’invisibile, nell’estinzione delle cose come l’eco brutale di un dolore dimenticato, in quel luogo utopico dei realia, il quale non può essere pronunciato, che abbiamo perduto ed è il suo nome segreto. “Ho pronunciato la parola che fonda/i fiori”. Mattia Tarantino cerca continuamente di fare ponte, incursioni irriverenti in questo luogo che non esiste ma che nei suoi versi coglie la possibilità di nominare, di appropriarsi del suo fato, attraverso lampeggiamenti e squarci onirici, rivelarne i misteri e i nomi fatali e partecipare alla sua distruzione sacrale.

“Si racconta che il vero nome dei sacerdoti di Eleusi veniva scritto su lamine di bronzo, gettate poi in mare, e non poteva essere mai più pronunciato fino alla morte del possessore, neanche da quest’ultimo”.

“Le opere d’arte sono sempre il frutto dell’essere stati in pericolo, dell’essersi spinti, in un’esperienza, fino al limite estremo oltre il quale nessuno può andare.” Il poeta in questa raccolta di poesie “Fiori estinti” si mette continuamente in pericolo, si spinge sempre fino al limite estremo. “Perché ho il cielo intrecciato/ alle ossa, e vene/storte annodate alle stelle”.

Mattia Tarantino è senza dubbio una delle giovani voci più sorprendenti e autentiche della poesia contemporanea.

 

Flaminia Cruciani

 
 
 
 

Mattia Tarantino (Napoli, 2001) codirige Inverso – Giornale di poesia e fa parte della redazione di Atelier. Collabora con numerose riviste, in Italia e all’estero. I suoi versi sono stati tradotti in più di dieci lingue. Ha pubblicato Fiori estinti (2019) e Tra l’angelo e la sillaba (2017)