Edoardo Sanguineti

 
 
 

 
il mio libro sei tu, mio vecchio amore:
ti ho letto le tue vertebre, la pelle
dei tuoi polsi, ho tradotto anche il fragore
dei tuoi sbadigli: dentro le tue ascelle
 
ho inciso il mio minidiario: il calore
del tuo ombelico è un tuo glossario: nelle
xilografie delle tue rughe è il cuore
dei tuoi troppi alfabeti: alle mammelle
 
dei tuoi brevi capitoli ho affidato,
mia bibbia, le mie dediche patetiche:
questo solo sonetto, io l’ho copiato
 
dalla tua gola, adesso: e ho decifrato
la tua vagina, le tue arterie ermetiche,
gli indici tuoi, e il tuo fiele, e il tuo fiato: