Edgar Allan Poe

Edgar Allan Poe

 
 

Sono proprio Il Corvo e altre poesie a dare celebrità ad Edgar Allan Poe nel 1845, a lui, letterato che aveva corteggiato il territorio dei demoni nella letteratura fantastica, gialla, noir e horror. Poe nacque a Boston nel 1809 da due attori girovaghi. Nel 1838 pubblicò Le avventure di Gordon Pym e nel 1839 i Racconti grotteschi e bizzarri.

Poe morì il 7 ottobre 1849: qualche giorno prima lo avevano trovato sulla strada, ubriaco. Le sue poesie furono apprezzate da Baudelaire, Valéry, Mallarmé. In appendice gli scritti teorici e la Filosofia della composizione, anch’essi apprezzati a suo tempo.

Come scrive Raul Montanari, che ha curato nell’Universale Economica-I classici di Feltrinelli (2009; nel 2014 la terza edizione): “tutti conoscono Edgar Allan Poe, perfino quelli che non l’hanno mai letto – perfino quelli che non leggono”.

È anche comparso sulla copertina di un disco dei Beatles.

Pierangela Rossi

 
 
 
 
Stella della Sera
 
Era la mezza estate
e metà della notte;
le stelle camminavano
pallide nella luce
della luna più scintillante e fredda,
fra i suoi schiavi, i pianeti:
lei, proprio lei nei cieli,
il suo raggio sulle onde.
Io fissavo in cantato
Il suo sorriso freddo,
freddo – per me troppo freddo;
passò poi come un velo
una nube fioccosa
e io mi volsi a te,
superba Stella della sera,
magnifica e remota,
ed il tuo raggio mi sarà più caro;
perché è gioia al al mio cuore
questa superb a parte
che tispetta nel cielo e nella notte,
e m’incanta di più
il tuo fuoco lontano
di quella luce umile e più fredda.
 
 
 
 
 
 
Alla Scienza – Sonetto
 
O Scienza! Vera figlia del Passato
che scruti e muti il mondo col tuo sguardo! Nei cieli
Perché saccheggi il cuore del poeta,
rapace dalle ali di squallida realtà?
Dovrebbe amarti, lui? Stimarti saggia?
Tu non volevi lasciarlo vagare
in cerca di tesori nei cieli ingioiellati,
benché si alzasse in volo con audacia.
Non hai strappato Diana dal suo carro?
Cacciato l’Amadriade dal suo bosco
a rifugiarsi su astri più felici?
Non hai rubato tu l’acqua alla Naiade,
la verde erbetta all’Elfo, e infine a me
il sogno estivo sotto il tamarindo?
 
 
 
 
 
 
A Elena
 
La tua bellezza, Elena, è per me
come le barche nicee che un tempo,
su un mare profumato, riportarono
quel logoro ed esatto viaggiatore
alla dolce sponda dov’era nato.
 
Pellegrino su mari disperati,
i tuoi capelli bruni, il viso classico
di Naiade mi han ricondotto in patria
alla gloria che fu l’antica Grecia
e alla grandezza che appartenne a Roma.
 
Ed eccoti! Nel vano illuminato
della finestra, simile a una statua.
Nella tua mano la lampada d’agata.
Ah, Psiche, nata in quella che chiamiamo
La Terra Santa!
 
 
 
 
 
 
Inno
 
All’alba e a mezzogiorno e nel crepuscolo
il tuo inno, Maria, tu hai ascoltato!
In gioia e nel dolore, in bene e in male,
Madre di Dio, tu restami vicino!
Quando scorrevano ore felici,
e il cielo non velavano le nubi,
l’anima mia, perché non fosse pigra,
condusse la tua grazia ai tuoi e a te;
oggi che un Fato tempestoso oscura
il mio Presente come il mio Passato,
fa’che il Futuro splenda a me radioso,
soave di speranze in te e nei tuoi!