Da sempre l’Abruzzo nasconde meraviglie che sanno incantare i suoi visitatori, un incanto sterminato della natura. Regione più verde d’Italia, l’Abruzzo è tuttavia riuscito a coniugare tradizione e innovazione, bilanciando un antico sentimento d’avventura riscontrabile in tanta letteratura odeporica e un contemporaneo bisogno di apertura al mondo. La fascinazione e lo stupore, destati nei visitatori dall’incandescenza dei luoghi e della cultura abruzzesi, nonché dalla pacatezza della gente, sono solo alcune delle qualità che si incontrano in questa terra definita «forte e gentile» dal giornalista Primo Levi (Ferrara, 1853 – Roma, 1917).
Una cultura, la nostra, che riesce apparentemente a dissimulare quelle affinità che la avvicinano così tanto da un lato al Giappone tradizionale, dall’altro al Giappone super-industriale. In effetti, il Paese del Sol Levante ha investito molto e direttamente in Abruzzo, soprattutto nel Vastese, grazie alla presenza di imprese quali Denso e NSG; e alcuni lettori ricorderanno il piano – mai andato in porto – ideato negli anni Settanta dal noto architetto Kishō Kurokawa (Kanie, 1934 – Tokyo, 2007) per la realizzazione di una città che fosse la risultante dell’unione di Vasto e San Salvo.
Eppure, c’è molto altro da scoprire. D’altronde, persino un poeta e matematico del calibro di Kikuo Takano (Niibo, 1927 – Kamakura, 2006) amava profondamente l’Abruzzo per la sua natura rigogliosa al punto da sentirsene attratto, soprattutto grazie all’aura mistica di certi luoghi, come possiamo leggere nei suoi componimenti dedicati alla città de L’Aquila e al borgo medievale di Castelbasso. «Per entrare più a fondo / l’uomo deve fare il contrario, / allontanarsi», così scriveva Takano ne Lo specchio di Secchio senza fondo (edito dalla Fondazione Piazzolla in Roma, cit. a p. 53).
Più si è vicini, più la messa a fuoco risulterà difficoltosa da realizzare senza intoppi. Per ovviare a questa difficoltà, in questo caso sarà utile mettersi comodi e godersi a debita distanza la proiezione di un film che documenti con cura e restituisca con grazia queste ctonie affinità fra il Giappone e l’Abruzzo. La prima proiezione del film-documentario “Giappone-Abruzzo: le connessioni nascoste” si è tenuta a Pescara il 4 giugno scorso, ma niente paura: in estate si terrà una replica presso il Teatro Marrucino, mentre prossimamente sarà disponibile sulla piattaforma Amazon Prime Video.
Presentandosi quale tributo in memoria della iamatologa Alessia Ambrosini, il film è stato co-prodotto da Monti & Ambrosini e dalla Fondazione PescarAbruzzo, per la regia di Alessia Ambrosini. Girato fra Abruzzo e Giappone, il film è arricchito dal contributo di numerosi studiosi internazionali e nostrani; su tutti, spicca la prof.ssa e studiosa molisana Laura D’Angelo.
Il suo articolo, intitolato D’Annunzio e il Giappone. Il mito intramontabile del poeta-eroe, apparso su Insula europea è stato parzialmente citato per la realizzazione della parte documentaristica del film.
D’Annunzio è sicuramente un ponte fra il Giappone e l’Italia, ma dal documentario emergono altri dettagli interessanti, come quel paio di statue dedicate a un missionario, presenti sia a Chieti sia a Minami-Shimabara. Si tratta del missionario teatino Alessandro Valignano. In qualità di Padre Visitatore gesuita, fu responsabile dell’attività della Chiesa Cattolica nel Paese del Sol Levante fra il tramonto del XVI secolo e l’alba del XVII, poco prima di una chiusura isolazionista a sfavore degli occidentali, i quali vennero scacciati dall’arcipelago nipponico che rimase loro chiuso fino agli sgoccioli dell’Ottocento.
Queste e molte altre affinità verranno disvelate agli spettatori di Giappone – Abruzzo: le connessioni nascoste. Un indizio per i lettori più curiosi? Una volta passati per Fara Filiorum Petri e Sukagawa, non crederete più ai vostri occhi.
Vernalda Di Tanna
Fonte dell’immagine di copertina: filmitalia.org