Daìta Martinez

Daìta Martinez 1
 
 
piccolissimo lunare viso
e pochi spicci di memoria
nello zaino di antonio che
un gioco si direbbe dell’inverno
l’accenno del tempo
svanito in un secondo di cicale e
caramelle paura declinata fragile
imprudente la prima volta
 
del giardino inglese
a fianco delle donne si canta forse l’aria
che più di tanto non mente l’irruenza
dell’acqua sulla fronte accolta
sotto i libri della storia in via bonanno
 
quella volta di dicembre
senza padre madre santa della grazia
indifesa la parola sorpresa quasi
ad angolo quasi il niente di una carezza
 
ogniqualsivoglia che non voglia
farsi arco disaccorto alla tua stanza
incompresa dell’età e di un rollìo d’alba accesa
a una promessa nello scarto della strada
farsi carico di stelle la mela acerba
dei tuoi anni scompresi tra i capelli
 
e ancora nello zaino di antonio
mariposa l’invisibile sposa di carta
zafferano o di un’altra sigaretta e sulle labbra
l’occidente assente delle scarpe stinte
 
scoperto il paesaggio i vecchi semi dal
nuovo sguardo sulla mano del fioraio
il racconto è più lieve verso casa tra le braccia
soffiato come ancora culla soffiato
l’abbandono al silenzio del muro caduto nel
bambino un sogno a fianco delle donne
s’accuccia il mondo una preghiera agli angeli
salito sorriso piccolissimo lunare viso
 
nello zaino di antonio
di nuvola torna vuoto il ticchettìo di un’aiuola
sulla schiena a pioggia leggera
sempre a fianco delle donne
una donna non è madre santa della grazia
e ti è madre per un gesto a meraviglia del creato
eppure madre che neppure è