ΜΗΤΡΙΚΟ ΣΩΜΑ
Πίστεψες πως ήταν η βροχή
αλλά ήταν τα βήματα των πουλιών
στη σιδερένια καταπακτή της ταράτσας.
Πίστεψες πως ήταν ο άντρας σου
πίσω απ’ την πόρτα
αλλά ήταν ο βήχας του που ακούστηκε
από τον άλλο κόσμο.
Πίστεψες πως ήταν επίπληξη θεϊκή
αλλά ήταν η φωνή του εκφωνητή
την τηλεόραση.
Τώρα βυθισμένη στην πολυθρόνα σου,
64 χρόνων, σαν από θαύμα, σταδιακά
μεταμορφώνεσαι:
γίνεσαι πάλι νήπιο, γίνεσαι παιδούλα,
κόρη που δίνει αίγλη στο χορό,
γυναίκα ετοιμόγεννη στην Κατοχή,
(με την κοιλιά στο στόμα να περιμένεις
τον αγνοούμενο άντρα σου)
μάνα φυλακισμένη
μες στο χρόνο
στην κουζίνα
στη συνήθεια.
Κι ούτε που ακούς της εγγονής
γλυκόηχο το κλάμα
ούτε του τηλεφώνου το κουδούνισμα
-τον ακριβό χαιρετισμό
καθώς ανάλαφρη πετάς και χάνεσαι
με τα φτερά του νυφικού σου
στο σκοτάδι.
Corpo materno
Credesti fosse la pioggia
ma erano le orme degli uccelli
sulla botola di ferro del tetto.
Credesti fosse tuo marito
dietro la porta
ma era la sua tosse che sentivi
dall’altro mondo.
Credesti fosse un rimprovero divino
ma era la voce del presentatore
della televisione.
Ora immersa nella tua poltrona,
a 64 anni, miracolosamente, gradualmente
ti trasformi:
torni ad essere infante, diventi bambina,
figlia che dà glamour alla danza,
moglie pronta a partorire nell’Occupazione,
(con pancia in bocca per aspettare
il tuo marito scomparso),
una madre imprigionata
nel tempo
in cucina
per abitudine.
E non senti nemmeno della nipote
il suono dolce piangente
né lo squillo del telefono
― il caro saluto
come spensierata voli e ti perdi
con le ali del tuo abito da sposa
nel buio.
Η ΕΝΤΑΣΗ ΕΙΝΑΙ ΔΙΑΡΚΗΣ
Ποιος χάνεται απόψε μες στο πλήθος
ποιος μες στον εαυτό του συντρίβεται;
Ποιος αναζητά απεγνωσμένα το άλλο
αυτό που κάποτε υπήρξε
αυτό που δεν θα υπάρξει ποτέ;
Ποιος βήχει στο φεγγάρι
ποιος στο χιονισμένο πάρκο δίπλα σου;
Ποιος σκάβει τις νύχτες τη φυλακή του
και το πρωί βρίσκεται σε μιαν άλλη;
Ποιος ματώνει στα βράχια του μυαλού του;
Ποιος σπρώχνει τους άλλους με αγωνία
για να δει το κρυμμένο, το απαραβίαστο;
Ποιος ίπταται φλεγόμενος;
Ποιος λιμοκτονεί;
Ποιος κρατάει τις άκρες του σχοινιού
που επάνω του βαδίζω;
Ποιος με παύσεις συχνές
υπαγορεύει τούτο το κείμενο;
La tensione è costante
Chi si perde stasera nella folla
chi in se stesso è schiacciato?
Chi cerca disperatamente quell’altro
che una volta esisteva
e che non esisterà mai?
Chi tossisce sulla luna
chi nel parco innevato accanto a te?
Chi scava la sua
prigione di notte e si ritrova in un’altra al mattino?
Chi sanguina sulle rocce della sua mente?
Chi spinge gli altri ansiosamente
a vedere il nascosto, l’inviolabile?
Chi sta volando in fiamme?
Chi sta morendo di fame?
Chi tiene i bordi
della corda dove cammino?
Chi con pause detta spesso
questo testo?
ΓΥΝΑΙΚΑ ΣΕ ΣΤΑΣΗ ΛΕΩΦΟΡΕΙΟΥ
Τι περιμένεις γυναίκα άγνωστη
κάτω από το τσίγκινο υπόστεγο;
Το λεωφορείο δεν θα ’ρθει.
Ο Έρωτας δεν θα ‘ρθει.
Εκείνος δεν θα ’ρθει.
Μέσα από τις ρυτίδες σου
μπορώ να διακρίνω τη ζωή
που χάνεται
-αυτή την ασπρόμαυρη τηλεόραση
με τον ένα μόνο σταθμό,
τις συχνές διακοπές, τα παράσιτα.
Στενά δωμάτια, πολλά παιδιά,
υγρασία στα κόκαλα και στην καρδιά,
δύσκολα χρόνια
δύσκολα χρόνια
δύσκολα χρόνια.
Δεν είσαι εσύ η γυναίκα
που θαύμασα τις προάλλες στο ELLE,
δεν σε είδα στην τελευταία ταινία
του Αντονιόνι ή του Τρυφφώ
δεν άκουσα να σε υμνούν
μεγάλοι ποιητές και ζωγράφοι.
Περνάς κάθε μέρα ανάμεσά μας
ανώνυμη, σχεδόν αόρατη
περιμένοντας πάντα κάτι
που δεν θα ’ρθει ποτέ,
γράφοντας κατά διαστήματα
κραυγές απογνώσεως
με το έμμηνο αίμα σου στον αέρα
με φόντο τον, εξαίσια γαλάζιο,
αττικό ουρανό.
Donna alla fermata dell’autobus
Cosa stai aspettando, donna sconosciuta,
sotto la pensilina di latta?
L’autobus non arriverà.
L’amore non arriverà
Lui non arriverà.
attraverso le tue rughe
posso discernere la vita
svanire
– questa televisione in bianco e nero
con un solo canale,
con frequenti interruzioni e interferenze.
stanze strette, molti bambini,
umidità nelle ossa e nel cuore,
anni difficili
anni difficili
anni difficili.
Non sei la donna
che ho ammirato su Elle l’altro giorno,
non ti ho vista nell’ultimo film di
Antonioni o Truffaut
non ti ho sentita elogiare
da grandi poeti e pittori.
Trascorri tra noi ogni giorno
anonima, quasi invisibile.
Sempre in attesa di qualcosa
che non arriverà mai,
scrivendo di tanto in tanto
grida di disperazione
con il tuo sangue mestruale nell’aria
sullo sfondo di uno squisito blu,
cielo attico.
Nikos Lazaris, un poeta del vissuto
I poeti sono spudorati
con le loro esperienze – le sfruttano.
F. Nietzsche, Al di là del Bene e del Male
Al giorno d’oggi, la grande poesia può scaturire da motivi insignificanti e avere obiettivi “banali”: per esempio, una biografia personale. A partire dal padre di tutti noi Charles Baudelaire, un filo score e unisce esperienze diverse, con protagonista il proprio corpo e le esperienze personali. In Italia il filo che parte da Camilo Sbarbaro attraversa Saba, Montale, e arriva a Sereni degli °strumenti umani° e oltre. La poesia di Nikos Lazaris si legge a prima vista come una poesia di “confessione spontanea”, di “contenuto umano” e di “vita calorosa”, una poesia che ci rimanda all’immediatezza dell’elemento autobiografico. L’opera di Nikos Lazaris impressiona il lettore esperto per la sua chiarezza, completezza, coerenza, audacia, franchezza, densità e forza espressiva. È un’opera di grande portata che ha suscitato numerosi dibattiti nel nostro paese e sono certo che in futuro ne susciterà ancora di più. Perché, a mio parere, casi come quello di Nikos Lazaris sono rari e costituiscono un modello esemplare per le generazioni più giovani e future. Come scrive Alexis Ziras: “tutta l’opera poetica di Nikos Lazaris è permeata da un atteggiamento etico, socialmente determinato, che vede la corruzione e l’annientamento come fenomeni che riducono il valore umano. La via d’uscita non la trova nella monumentalizzazione volontaria della decadenza, ma piuttosto nella conclusione sottilmente umoristica delle poesie, dove il senso della decadenza è inevitabilmente incorporato nella quotidianità e il commento intenzionale alla stessa finisce per funzionare ironicamente nella lettura della poesia, con l’ulteriore avviso al lettore che l’uso ironico del linguaggio è presente, per definizione, in tutte le poesie di Nikos Lazaris dove si sviluppa una, seppur embrionale, ma non rara e filosofica, visione della vita.”
Sotirios Pastakas