Любить любовь
Праздник моего сердца –
Это вечная весна на дне Северного Ледовитого океана.
Лиза написала, что там
Скитаются неупокоенные души,
Грешники, мёртвые колдуны.
Это правда, но правда и то,
Что на самом деле все лучшие люди –
Тоже там.
Самые лучшие люди –
Те, кто любит любовь.
В пропасти на дне Северного Ледовитого океана
Мы встречаем весну.
Ведь я так люблю
Вечную весну, самую светлую радость,
И вечный холод,
Вечную ночь, где нет ничего,
И маленькая девочка в полярной пустыне
Вечно смотрит, не отводя глаз,
На северное сияние.
И ещё я люблю любовь,
Я люблю любовь.
В чёрной пропасти на дне Северного Ледовитого океана
Мы встречаем весну.
Светлые лучи нетварной любви
Пронизывают чёрные глыбы,
Северное сияние звучит пением птиц,
И тьма раскрывается, как небо,
И Ungrund зацветает.
Любимая весна мëртвых,
Мы любим любовь,
Любовь.
В пропасти на дне Северного Ледовитого океана
Мы встречаем весну.
Здесь много смелых людей,
Таких, как я,
Это вечеринка для очень-очень избранных,
Чтобы сюда попасть, надо знать пароли,
Надо просто невероятно прожить свою жизнь.
Чтобы попасть на наш праздник
Нетварной любви,
Вечной весны
На дне Северного Ледовитого океана
Надо любить любовь,
Любовь любви.
Amare l’amore
La festa del mio cuore –
è l’eterna primavera sul fondo dell’Oceano Glaciale Artico.
Liza ha scritto che là
vagano le anime irrequiete,
i peccatori, gli stregoni morti.
Questo è vero, ma è anche vero che
in realtà anche tutte le persone migliori
stanno là.
Le persone migliori sono
coloro che amano l’amore.
Nell’abisso sul fondo dell’Oceano Glaciale Artico
accogliamo la primavera.
Io amo tanto
l’eterna primavera, la gioia più luminosa,
e l’eterno freddo,
l’eterna notte, dove non c’è nulla,
e una piccola bambina nel deserto polare,
senza distogliere gli occhi, guarda eternamente
l’aurora boreale.
E io amo ancora l’amore,
amo l’amore.
Nel nero abisso sul fondo dell’Oceano Glaciale Artico
accogliamo la primavera.
I raggi luminosi dell’amore increato
penetrano i massi neri.
L’aurora boreale risuona come canto di uccelli,
e l’oscurità si spalanca, come il cielo,
e l’Ungrund fiorisce.
L’amata primavera dei morti,
amiamo l’amore,
l’amore.
Nell’abisso sul fondo dell’Oceano Glaciale Artico
accogliamo la primavera.
Qui sono molte persone coraggiose,
come me,
è una festicciola per i molto molto scelti,
per capitare qui, bisogna conoscere le parola d’ordine,
bisogna soltanto aver vissuto incredibilmente.
Per capitare alla nostra festa
dell’amore increato,
dell’eterna primavera,
sul fondo dell’Oceano Glaciale Artico
bisogna amare l’amore,
l’amore dell’amore.
Traduzione di Paolo Galvagni
Amare l’amore / l’amore dell’amore può sembrare una ridondanza molto simile all’essere innamorati dell’amore (comunque inconsapevolmente citato nel testo) che per molto è stato preludio all’egocentrismo sempre più focalizzato dentro sé, sempre più compresso in una cecità verso il mondo che oggi è diventata assuefazione, demotivazione.
Alla Gorbunova, che esce con Samuele Editore grazie a un forte interessamento del traduttore Paolo Galvagni (di cui lo stupendo La via delle comete di Marina Cvetaeva uscito per Interno Poesia nel 2023), in questo testo tratto da Lo sciamare dell’albero di Alla Gorbunova (Samuele Editore, 2024, collana Callisto, prefazione e traduzione di Paolo Galvagni) si muove invece su un piano verticale, una sorta di gravità che rifugge la superficie fin tanto quasi a farsi seppellire. La poetessa evoca una visione trascendente dell’amore, forza cosmica che fiorisce nell’oscurità e nel gelo mescolando primavera eterna, aurora boreale, nero abisso ed eterno freddo.
L’Oceano Glaciale Artico diventa metafora di uno spazio eterotopico, che richiama il concetto dostoevskiano di Ungrund (abisso: per il teologo tedesco Jacob Boehme si tratta di Dio, considerato assoluto indifferenziato, indefinibile, né luce né buio), un luogo altro dove l’essere umano si confronta con l’infinito e l’amore diventa la chiave per accedervi.
Ma più di tutto la festicciola per i molto molto scelti richiede non solo il conoscere la parola d’ordine ma anche, e straordinariamente, l’aver vissuto incredibilmente. Ricordando quanto l’amore sia sì un regalo della natura, o di Dio, all’essere umano, ma che l’amare è soprattutto e imprescindibilmente esperienza, conoscenza, dolore ma anche passione, compassione.
Alessandro Canzian