Casa degli artisti è uno spazio prezioso e ancora poco conosciuto, gestito da un gruppo di associazioni no profit che offre atelier, spazi di incontro ed esposizione ad artisti e cantautori. Da quest’anno anche a poeti e poete, chiamati a partecipare a una call per comporre collettivamente una Spoon river su Milano. Il nome è ARIMO, una parola con cui da bambini a Milano si interrompevano i giochi, una specie di Time Out. Sarà dadaista, perché sarà all’insegna della contaminazione tra i linguaggi. Alla fine della residenza le poesie inviate diventeranno installazioni che resteranno nella Casa degli artisti e potranno venire ospitate anche da altri spazi. Verranno coinvolti anche i musicisti che gravitano attorno alla casa, Spoon river in Italia è anche e soprattutto il mix di musica e poesia.
Qui trovi il bando completo (scadrà il 24 giugno) con tutte le info (nel comitato di selezione della Casa degli artisti io faccio da consulente, e Vivian Lamarque è la madrina)
Quando? Si svolgerà da fine settembre a novembre inoltrato, fino a Bookcity, attraversando il giorno dei morti. Il bando è già aperto, la prima scadenza è il 4 giugno ma lo allunghiamo per tutto il mese. Ci sarà un evento finale a chiusura della residenza.
A chi è rivolto? A tutte e tutti che scrivano in italiano, voci emergenti, cultori della materia, poeti e poete che hanno piacere ad aderire al progetto. A chiunque abbia voglia di rigirare le zolle della memoria e della fantasia di Milano, abbiano adesioni dal profondo sud. IN fondo, Milano come molte città è una metafora, un luogo immaginario oltre che reale.
Quanto costa? Zero, la residenza e la partecipazione al progetto è gratuita (non c’è anche l’alloggio, almeno, non quest’anno, più avanti si vedrà)
Cosa c’è in palio? 12 posizioni da residente, con accesso a tutte le strutture della Casa, dall’atelier comune per scrittura, lettura, ascolto e confronto, dove ogni residente porterà suoi libri, strumenti o amuleti poetici, sarà una stanza tutta per noi. Oltre all’accesso alle altre strutture, c’è anche una sala prove musicale molto bella e un bistrot cui si avrà diritto con menù ridotto.
IMPORTANTE Tutti i partecipanti, anche chi non verrà selezionato, farà parte del progetto con i suoi testi, partecipando agli incontri durante i due mesi verranno organizzati e saranno aperti a tutta la città e soprattutto con i suoi testi che verranno usati per le installazioni finali.
Il bando è compositivo, non competitivo, perché l’obiettivo è coinvolgere chiunque abbia voglia di aiutare ad ascoltare i fantasmi di Milano ed esercitarsi a immaginarsi postumi.
Come si partecipa? Compilando il form per proporsi come residente. Altrimenti, per aderire al bando senza impegnarsi eventualmente nella residenza, inviando dei propri testi alla mail opencall@casadegliartisti.org mettendo ARIMO nell’oggetto. Bisogna mandare
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tre poesie proprie, edite o inedite
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poi un epitaffio, per sé o per un fantasma di Milano, in stile Spoon river
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indicare i propri tre libri poetici di formazione e una poesia che si sa a memoria (nel caso non sia molto conosciuta, si prega di allegare il testo)
Scarica QUI il bando con tutte le informazioni
Comitato di selezione
Vivian Lamarque (membro onorario), vive a Milano dove ha insegnato italiano agli stranieri e letteratura in istituti privati. Ha pubblicato Teresino (1981), Il signore d’oro (1986), Poesie dando del lei (1989), Il signore degli spaventati (1992), Una quieta polvere (1996). Nel 2002 la sua opera poetica è stata raccolta nell’Oscar Poesie 1972-2002. Vincitrice di numerosi premi, tra cui il Viareggio Opera Prima (1981), e il premio Strega Poesia (2023) con la raccolta L’amore da vecchia (Mondadori). Ha tradotto, tra gli altri, Valéry, Baudelaire, La Fontaine. Nel 2013 è uscito Gentilmente Milano, antologia di articoli pubblicati sul «Corriere della Sera».
Luca Mastrantonio è nato a Milano nel 1979. Giornalista e saggista, è stato assunto al Corriere della Sera nel 2011, dove è stato tra i fondatori dell’inserto La Lettura. Attualmente lavora al settimanale “7”, scrive di cultura e società, e cura la rubrica Ufficio poesie smarrite. Ha pubblicato racconti e poesie in antologie e riviste (Ogni maledetta domenica, minimumfax, a cura di Alessandro Leogrande, e Nuovi argomenti, Mondadori). Il suo ultimo saggio è Emulazioni pericolose. L’influenza della finzione sulla vita reale, Einaudi. Per Radio3 è tra i conduttori di Prima pagina. Insegna all’Università IULM di Milano e al Collegio Nuovo di Pavia.
Mattia Bosco, nato a Milano nel 1976 in una famiglia di pittori, vive e lavora tra Milano e le montagne dell’Ossola. In seguito a un corso di studi in Filosofia presso l’Università Statale di Milano, si dedica alla scultura, apprendendone le tecniche da una sperimentazione diretta dei materiali. Inizia dalla ceramica e approda a quello che a oggi appare senz’altro il suo materiale d’elezione: la pietra. Il suo lavoro comincia sempre nelle cave, dove la ricerca si dirige sugli scarti del lavoro estrattivo. La visione che sviluppa nel corso di più di un decennio lo porta a considerare la creazione artistica come un atto collaborativo tra il soggetto e l’oggetto, e a vedere una continuità tra l’idea e la materia, mettendo in questione la distinzione stessa tra Uomo e Natura. I suoi lavori sono stati esposti alla Triennale di Milano, al Museo Tinguely di Basilea, al Frieze Sculpture Park di Londra, e nel 2023/2024 si è tenuta la mostra personale Korai presso il Parco Archeologico del Colosseo a Roma.