Anila Hanxhari

Bozza automatica 24
 
 
Tu e Io siamo arca costruita dal terzo raggio
due anime fuse in legno di cipresso e resina
impermeabili dentro e fuori sigillate
le hai forgiate in rame e ferro
poi hai creato compartimenti interni, tre ponti
hai distribuito bene il peso tra il tempo
la gentilezza, la gratitudine, l’estasi,
oggi chiami all’appello i simili
l’amore con le sillabe piegate al frutteto
vele appese all’uomo che grida terra
dove pregare per questo amore di grano
bramoso che sazia e non basta mai
ed è allora che entriamo nella piega come i cervi
il dolore è parte del branco
una radura noi pieghiamo le schiene come legna
e neve quando mi sfiocchi tra le betulle i seni
chiamiamo gioia il trapasso dei fiori
all’emicrania
ecco io e te l’arca dei 4 elementi
i punti cardinali, le stagioni
abbiamo messo la giustizia e l’albero
salviamo la forza che galleggia
tra il gomito e la punta delle dita
i bouquet dove sono
dove hai messo i fiori in quale equilibrio
da quale davanzale hai preso il fiato
con quale acqua hai lavato e benedette le mani di sangue
dove posizionare le corone del bene
i legamenti delle vene
in quale testa bisbiglia una bocca
in quali seni le perle dei petali
il corpo che sollevi dal tuo gemito
il tempo è in noi
come la vittoria cede i vinti
per la veduta giurare sul sole
che l’amore incita alla vita
salva l’aria perfino l’acqua
l’apertura sul lato sinistro del fuoco
per la ventilazione e la luce
salva la fine del respiro,
mia aquila, mia pietra, rammendo di luce e mani
mia arca con filo di ferro e rame
abbi cura del dono!