Accenni su eufonia e espressione

Qualcuno potrebbe essere persuaso che la metrica sia la porta d’ingresso principale per saper scrivere poesia.

Niente di più sbagliato.

La metrica non è niente più che uno strumento – essenziale, per carità, soprattutto per chi vuole allontanarsene – per iniziare a padroneggiare il cosiddetto “linguaggio poetico”, che si compone di diversi elementi, esattamente come lo scultore ha bisogno di saper utilizzare con maestria diversi utensili.

Naturalmente uno scultore dovrà sapere usare con maestria lo scalpello, ma questo non farà di lui un bravo scultore, né basterà ad avere una tecnica completa – né basterà a fargli scolpire delle belle statue!

 

La prima cosa che consegue a una conoscenza completa della prosodia è riuscire a leggere con assoluta consapevolezza il patrimonio letterario della poesia italiana.

Da questo deriva che sarà possibile comprendere le scelte ritmiche sottostanti ad un determinato componimento, gli andamenti, la sapienza tecnica di un autore piuttosto che di un altro, e via dicendo.

Il secondo punto è che, una volta che lo strumento metrico diventa acquisito (ovvero naturale, sia in fase di lettura che di eventuale scrittura), ci si può iniziare a porre i problemi subito successivi.

L’estetica di un brano poetico, dipende, ad esempio, anche dal ritmo e dall’andamento che instilliamo nei versi.

Ma anche il suono delle singole parole, delle singole sillabe, al di là del loro ritmo, è importantissimo.

Il suono sottostante ad ogni singola sillaba è come una nota musicale di uno strumento, che, nell’insieme, converge a comporre una sinfonia, dove ogni elemento deve essere in accordo e armonia: questo principio è alla base dell’eufonia del verso.

 

Mi spiego con un esempio banale:

 

1) Le Moire ancor, le Ore, e mille eroi
2) Le Parche, tanti prodi e le Stagioni

 

Questi due versi hanno pressappoco lo stesso significato, nonché lo stesso andamento.

Sono tutti e due endecasillabi giambici (2°, 4°, 6°, 8°, 10°).

Cosa c’è di differente?

Nel verso 1), le parole sono posizionate in modo che quasi tutti gli accenti (tranne il penultimo) cadano sul suono (R) O (I R), creando una assonanza e consonanza che nel secondo verso non c’è:

 

Le MOIre ancOR, le ORe, e mille eROI

 

Naturalmente, oltre alla metrica e all’eufonia, c’è da tenere in considerazione le problematiche attinenti all’espressione.

Questo è un argomento tra i più spinosi, su cui non è possibile fare qualche schema e riduzione a regola generale.

L’espressione attiene a tutte le scelte stilistiche, lessicali, alle accezioni di significato, alle scelte di contenuto, alla costruzione delle immagini, alla scelta delle stesse, delle figure retoriche, ecc. ecc., e a come tali scelte vengono a concretarsi nel testo poetico, nonché, a come tali scelte interagiscono e vengono potenziate dalle scelte metriche ed eufoniche.

L’espressione è quella che contraddistingue la personalità, lo stile e la poetica di un autore; e non c’è scuola migliore per capire questo argomento che leggere tanto, con spirito critico, curiosità e attenzione sempre viva.

 

Concludendo, evidenzio – naturalmente – che anche la poesia meglio realizzata sotto tutti i punti di vista cui abbiamo accennato, che sia esteticamente ineccepibile, dovrà avere un contenuto, un messaggio, una comunicazione dello scrivente.

Credo sia naturale ricordare che si scrive per un’urgenza di comunicare qualcosa, che vada al di là di uno studio esclusivamente formale (imprescindibile, ma pur sempre strumentale): è sempre utile puntualizzarlo, perché c’è anche chi ritiene che l’estetica sia sufficiente a definire il linguaggio poetico.

 

Io non credo in quei poeti dalle cui menti, si dice, i versi prorompono già compiuti, come dee corazzate. Io so quanta vita interiore e quanto sangue rosso vivo ogni singolo verso genuino deve aver bevuto, prima di poter alzarsi in piedi e camminare da solo”.

 

Hermann Hesse, Hermann Lauscher, 1900

Nessuno può comunicare nulla se non vive, e questo vale a distinguere la forma, di cui abbiamo parlato sinora, dalla sostanza.