Una muta vitalità – Ilaria Vassallo

Una muta vitalità”, Ilaria Vassallo (La Vita Felice 2017, prefazione di Rita Pacilio, postfazione di Maurizio Cucchi)

 

Una muta vitalità è l’opera prima di una giovane autrice campana, Ilaria Vassallo (1998) pubblicata nella collana diretta da Rita Pacilio per La Vita Felice. Il libro è un lungo canzoniere molto ambizioso e puro. Ciò che colpisce il lettore è la presenza di un progetto poetico chiaro, cosciente e una scrittura di energia rara.

Nella parte iniziale del libro l’autrice ci immerge da subito in questo progetto: “mi piaceva pensarmi sospeso in un altro corpo, in un’altra mente, in un altro pensiero. vivo in pensieri. fuori” e ancora: “non è fantasia, la mia non è fantasia. era la vita di realtà astratte rispetto alla mia, alla terra”. Tutte le poesie saranno declinate al maschile e solo alla fine l’autrice manifesterà la sua vera identità.

Eppure questo non è un gioco. È una riflessione sul concetto di autenticità. In fondo la poesia è proprio questo: raccontare l’autentico, anche quando si nasconde, soprattutto quando si nasconde, quando si fa fatica a trovarlo. Ma l’autenticità è come un peso da portare, come uno spiraglio che si apre sul mondo e di cui poi non si può fare più a meno, uno strappo nel cielo di carta, per dirla alla Pirandello, che rimette in chiaro le cose: “un elastico di gomma, non ritorna/ alla forma iniziale, /non ritorna al primo tempo./ smollato si dice,/ non accoglie più con fermezza”. È una linea sottile, ossimorica come il titolo della raccolta: “c’erano due ciotole di rame,/ sulla mensola sempre nere/io le ho viste,/nel sempre che nasce/da quando si nasce./io dico che non le ho/ riconosciute più/quando grattate per ore/sembravano nuove”.

Interessante anche l’utilizzo particolare della metrica e della punteggiatura come ricorda Maurizio Cucchi che nella postfazione scrive: “Ilaria Vassallo compone testi densissimi, di varia forma e misura, passando dalle compatte prose poetiche delle prime pagine ad articolati testi in versi, dove il verso stesso sembra tendere sempre più a rastremarsi, come per la necessità di meglio distribuire o condensare l’energia espressiva”. Un ottimo esordio.

Melania Panico

 
 
Alcuni testi:
 
 
Sette foglie di ulivo.
sette non per verniciarle, forarle,
farne una collana,
sette non perché ne servivano sette.
raccolte da terra, ai piedi dell’albero
secolare, attorniavano
i miei scarponi
quasi tutte in fila,
sul prato di un college sconosciuto.
in quell’istante toccava raccoglierle,
necessitavo di una mano
piena
mi misi a contarle,
analizzarle,
una manciata e via.
l’ispezione che distrae, la stessa che da bambino
mi faceva raccogliere mozziconi
di sigarette e fili d’erba
e pezze di tessuto
pezzi di sughero
viti
qualche carta
non friabili
era incluso,
pezzi fermi
morti in armonia,
per ricostruire le storie
elle loro vite
con altre vite.
 
l’oggetto per la persona,
un dio per i morti di ragione
razionali
le foglie mi stavano deviando
con la loro natura lucente
da un declino
di astute nuvole nere
 
 
 
 
un elastico di gomma, non ritorna
alla forma iniziale,
non ritorna al primo tempo.
smollato si dice,
non accoglie più con fermezza
i capelli che fragili si espandono
sulle sue spalle, è passata l’ebbrezza
di trecentotrentasei ore,
è passato col traino
il signor Risucchia Momenti,
c’era,
non c’è l’ordine sulla testa,
nemmeno dentro, dimenticavo,
era scontato,
e ora appoggiato
col capo sullo spigolo di una mensola,
vedo i capelli annodati,
ti sposti bruscamente
e un po’ già crollano,
ti sposti inconsciamente
e spietata ti trascina
la scia quieta
del tempo,
ancora senza turbamenti.
 
 
 
 

Ilaria Vassallo (1998) è nata a Nola e vive a Tufino, in provincia di Napoli. Sin dai primi anni dell’adolescenza, nutre una passione intensa per la scrittura poetica accompagnata da letture e studi su poeti contemporanei. Studentessa del quinto anno del Liceo Scientifico “Enrico Medi” di Cicciano (NA), ha frequentato il “Laboratorio di poesia” del poeta e critico Carlangelo Mauro. Di prossima pubblicazione, sul n. 33, giugno 2017 di «Capoverso – rivista di scritture poetiche», un suo saggio sulla poesia di Maurizio Cucchi.