POESIA A CONFRONTO – Estate

Georg Trakl

 
 

POESIA A CONFRONTO – Estate
RIMBAUD, D’ANNUNZIO, MACHADO, TRAKL

 
 

Il naturale avvicendarsi delle stagioni è da sempre tema della poesia; qui lo affrontiamo con riferimento specifico alla stagione appena iniziata: l’estate.

Nella meravigliosa poesia di Rimbaud sembra di avvertire, leggendo i versi, tutta la sensorialità delle immagini che vi sono riportate: il blu vivo delle sere d’estate, l’erba fresca e minuta, il grano che punzecchia la pelle, il vento che scorre sulla nuca. Assistiamo a un’immersione e a una fusione totale dell’uomo con l’infinito, riscoperto attraverso la simbiosi con la natura, in tutta la sua sensualità, incontaminata e carnale.

Sulla stessa frequenza d’onda si muove anche la poesia di D’Annunzio dove l’estate viene personificata in una donna, in fuga nella pineta e nel “bosco degli ulivi” verso la spiaggia, in una corsa forsennata che vede partecipi tutti gli elementi naturali, che ne invocano il nome perché avvenga il prodigio, atteso e costruito di verso in verso, fino alla caduta rovinosa “tra le sabbie e l’acqua”, dove finalmente l’estate appare nella sua evidenza di “immensa nudità”. È il miracolo dell’estate alcionia: apparizione che sorprende, ammutolisce.

La poesia di Machado, insolito sonetto con versi trisillabi, è effettivamente una tavolozza di colori che uno ad uno vanno a comporre con una successione di dettagli e sfumature cromatiche quel quadro complessivo in cui tutto converge e si compie: la pienezza dell’estate. Poesia anche questa sensoriale, tutta centrata sul senso della vista, all’insegna della essenzialità, dell’accostamento sapiente dei singoli tasselli del mosaico.

Molto più inquieta, caratteristica questa della sua specifica cifra stilistica, la poesia di Trakl, in cui ogni immagine si carica di valenza simbolica, allusiva. Qui, a dominare, è l’incombere di un temporale che zittisce la natura, impone il proprio silenzio; le tenebre sono appena scalfite da un barlume di candela, già pronto a estinguersi. La vita è come sospesa in una calma assoluta, funebre: anche le stelle si sono arrese, cancellate dal buio.

Fabrizio Bregoli

 
 
 
 
ARTHUR RIMBAUD
(Da Poésies – 1870)
 
SENSATION
 
Par les soirs bleus d’été, j’irai dans les sentiers,
picoté par le blés, fouler l’herbe menue:
reveur, j’en sentirai la fraicheur à mes pieds.
Je lasserai le vent baigner ma tête nue.
 
Je ne parlerai pas, je ne penserai rien:
mais l’amouor infini me montera dans l’ame,
Et j’irai loin, bien loin, comme un bohémien,
Par la Nature, – heureux comme avec un femme.
 
 
 
 
SENSAZIONE
 
Nelle sere blu dell’estate, andrò lungo i sentieri,
punzecchiato dal frumento, a calpestare l’erba appena nata:
in sogno, ne sentirò tutta la freschezza ai piedi.
Lascerò che il vento bagni la mia testa nuda.
 
Non parlerò più, non penserò più a nulla:
ma l’amore infinito mi salirà nell’anima
e andrò lontano, molto lontano, come uno zingaro
nella Natura – felice come con una donna.
 
(traduzione di Fabrizio Bregoli)
 
 
 
 
 
 
GABRIELE D’ANNUNZIO
(Da Alcyone – Treves, 1903)
 
STABAT NUDA AESTAS
 
Primamente intravidi il suo piè stretto
scorrere su per gli aghi arsi dei pini
ove estuava l’aere con grande
tremito, quasi bianca vampa effusa.
Le cicale si tacquero. Più rochi
si fecero i ruscelli. Copiosa
la resina gemette giù pe’ fusti.
Riconobbi il colùbro dal sentore.
 
Nel bosco degli ulivi la raggiunsi.
Scorsi l’ombre cerulee dei rami
su la schiena falcata, e i capei fulvi
nell’argento pallàdio trasvolare
senza suono. Più lungi nella stoppia,
l’allodola balzò dal solco raso,
la chiamò, la chiamò per nome in cielo.
Allora anch’io per nome la chiamai.
 
Tra i leandri la vidi che si volse.
Come in bronzea mèsse nel falasco
entrò, che richiudeasi strepitoso.
Più lungi, verso il lido, tra la paglia
marina il piede le si torse in fallo.
Distesa cadde tra le sabbie e l’acque.
Il ponente schiumò nei sui capegli.
Immensa apparve, immensa nudità.
 
 
 
 
 
 
MANUEL MACHADO
(da Tutte le poesie e prose scelte – I Meridiani Mondadori, 2010)
 
VERANO
 
Frutales
cargados.
Dorados
trigales…
 
Cristales
ahumados.
Quemados
jarales…
 
Umbría
sequía,
solano…
 
Paleta
completa:
verano.
 
 
 
 
ESTATE
 
Frutteti
colmi di frutti.
Campagne
dorate…
 
Vetrate
abbrunite.
Cespugli di cisto
riarsi…
 
Ombra
siccità,
vento di levante…
 
La tavolozza
compiuta:
l’estate.
 
(traduzione di Fabrizio Bregoli)
 
 
 
 
 
 
GEORG TRAKL
(Da Gesang des Abgeschiedenen – 1933, raccolta postuma)
 
SOMMER
 
Am Abend schweigt die Klage
Des Kuckucks im Wald.
Tiefer neigt sich das Korn,
Der rote Mohn.
 
Schwarzes Gewitter droht
Über dem Hügel.
Das alte Lied der Grille
Erstirbt im Feld.
 
Nimmer regt sich das Laub
Der Kastanie.
Auf der Wendeltreppe
Rauscht dein Kleid.
 
Stille leuchtet die Kerze
Im dunklen Zimmer;
Eine silberne Hand
Löschte sie aus;
 
Windstille, sternlose Nacht.
 
 
 
 
ESTATE
 
Di sera tace il lamento
del cuculo nella foresta.
Si piega più profondo il grano,
il papavero rosso.
 
Il temporale, cupo, minaccia
da sopra la collina.
Il canto antico del grillo
si sfinisce nel campo.
 
Non tremano più le foglie
del castagno.
Sulla scala a chiocciola
un brusio di vestiti.
 
In silenzio splende la candela
nella camera buia;
una mano d’argento
ora la spegne;
 
Bonaccia, notte senza stelle.
 
(traduzione di Fabrizio Bregoli)