Poeros – Gruppo 77

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Parlare di erotismo è una di quelle attività che spesso vengono confuse con il parlare di sesso. Con un banale quanto scontato parlare di sesso. L’erotismo in realtà è un mondo ben più alto e che solo a tratti coinvolge il sesso, o almeno il sesso più concretamente inteso. Erotismo è relazione, confronto, è analisi dei propri confini e dei confini altrui, tanto opposti quanto necessari. Ma è nell’opposizione che si trova il significato della necessità. Non un banale gli opposti si attraggono ma un ben più complesso fronteggiarsi di eserciti che poi si amalgamano e si fondono in una mischia non priva di perdite.

L’altro resta sempre altro ma è necessario che sia tale. Perchè è nella sua distanza o vicinanza che si misura la sua psicologia, e la psicologia di chi ci si rapporta. In un andirivieni di partenze e ritorni tra realtà e metafora. Quest’ultima fondamentale nell’erotismo. Perchè la trasposizione simbolica delle immagini è la vera linfa che riempie di significato l’erotismo e il corpo annesso. Una lingua non è più solo una lingua. Una mano non è più solo una mano. Un fianco non è più solo un fianco.

La poesia in questo processo è per eccellenza, anche storicamente, lo strumento privilegiato per parlarne. E non solo perchè è suono e immagine e sensazione ed emozione, ma più ancora perchè è un segno che riporta ad altro. La parola in poesia non è mai solo un parola nè è mai solo quella parola. In poesia come nell’erotismo l’unicità irripetibile del momento emerge dalla sublimazione delle parti. Di tutte le parti, anche di quelle più nascoste.

In questo il Gruppo 77, diretto da Alessandro Dall’Olio, compie un’operazione interessante perchè non banale e ricca di contaminazioni artistiche che a una prima impressione non possono non riportare alla mente le mille e mille contaminazioni sensuali di cui ha bisogno l’erotismo, tema privilegiato di Poeros – La sensualità nelle parole della poesia. Un libro edito dalle Edizionifolli (che l’Editrice definisce come un’emozione di carta da continuare a sfogliare dopo l’incontro con la poesia, in cui ogni librino è un pezzo unico, realizzato a mano, nel quale i piccoli difetti sono la prova dell’unicità del pezzo) che non è solo un libro ma appunto un incontro con un evento che continua fra le pagine proposte.

Nell’evento del 12 settembre al Viridarium di Castellucchio (Mn) poetesse e poeti hanno letto una selezione dei loro scritti sul tema dell’eros accompagnati dai flauti traversi del Duodia (Silvia Frigeri e Alice Stefani) sottolineando la sensualità poetica di quando la ragione viene meno, la resa all’ineluttabile, la passione della carne nelle parole di autori provenienti da diverse zone d’Italia. I loro nomi: Rachele Bertelli (Mantova), Alessandro Dall’Olio, Enea Roversi e Claudia Zironi (Bologna), Silvia Secco e Alessandra Piccoli (Vicenza), Francesca Teggia Droghi (Padova), Anna Rizzardi (Brescia) e Piera Anna Masia (Orosei).

Nell’evento non si sono ascoltati solo versi ma si sono letteralmente incontrate anche altre forme artistiche come il progetto coreografico di danza contemporanea delle giovanissime ballerine Sara Magnani e Camilla Neri del Gruppo Nanou di Ravenna. Il tutto (si legge nel libro) per stare insieme e ricreare quel concetto di comunità che fin dall’antichità era il primo risultato del fare poesia. Perché la poesia è un’esperienza generatrice per chi scrive e per chi l’accoglie. Io aggiungerei un incontro, non di rado anche erotico.

 
 
 
 

La mia bocca è troppo poca

La mia bocca è troppo poca.
Per baciarti e respirarti,
scavarti il palato
con un dito tra le lingue
e con una sola bocca contenerti.
Per deglutirti e scenderti,
e tra le labbra impiccate
alle tue acque,
mischiarle alle mie salive
odorarle sulla pelle
come assetato,
come digiuno.

Alessandro Dall’Olio

 
 
 
 
 
 

Sei bello amore

Sei bello amore
Bello come l’assenza
e il silenzio
interrotti da fugaci apparizioni
Come il sogno
che non si ricorda al risveglio
se non nell’intima sensazione
di vissuto
Bello come tutte le albe che hai veduto
E tutti i tramonti
dal finestrino di un treno
Sei bello come la tenda
che oscura la finestra
per serbare il nostro rotolarci
nel letto
E la risata
del reggiseno che non si slaccia
della scarpa che vorrebbe partecipare
del pensa alla faccia di… se ci vedesse
Hai la bellezza nel sorriso
che accompagna le bugie
e subito le verità
contrapposte
in una pizza sulla panchina
E’ bello il tuo sapore
di pistacchio e vaniglia
Amaro
Piccante
la bocca lo serba
E il ventre!
Ti ricorderà il ventre
sette lunghi anni
La bellezza rimane in me
di un fidanzato segreto

Claudia Zironi

 
 
 
 
 
 

Accade improvviso

Accade improvviso
si accende
si protende e attende
non segue alcun criterio
si fa strada, entra
si accosta alla lingua
e si dispera di non averne altra
e sentirne di più il respiro,
il morso affannoso.
Non è fine quella fine
spegnere l’angolo delle gambe
aprire ipotenuse di accessi
spartire acque benedette
di ventre che piove da dentro e di lato
e urla
il respiro
in totale sodomia

Piera Anna Masia

 
 
 
 
 
 

L’amore che mi prospettavi

L’amore che mi prospettavi
non aveva alcuna melodia
di sottofondo.
Era chiuso,
segreto tra il fruscio delle foglie
fuori dalla finestra
e il tuo respiro.
Io tacevo, tutto il tempo,
per guardarti.
L’amore più bello
fu quella sera
in cui mi costeggiavi
il fianco destro,
senza guardarmi.
Sentivo il tepore delle tue pupille
malcelate dentro i fianchi morbidi
delle palpebre,
sapide,
come farfalle addormentate.
C’era tanta gente,
e tu parlavi.
Sembrava l’alba.
Sembrava l’estasi.
Sembrava che il tuo parlare
fosse lo scalino di riserva
per scandalizzarmi.
Sembrava che avessi in mente
un fiume da versare dal bicchiere.
Ti aspetto all’uscita.

Rachele Bertelli

 
 
 
 
 
 

Quale fessura

Quale fessura percorreranno
le mie dita? Dopo il momento
ininterrotto e poi lo spasimo
l’atterraggio morbido
radura di sincope
esercizio di fiato
e quel vento che soffia maligno.
Conosceranno le dita
la tattile bellezza della natura?
Una volta, ancora.

Enea Roversi

 
 
 
 
 
 

Così lo conobbi

Non ricordo parole dolci
Ne’ frasi esplicite d’amore
C’era invece un luogo rotondo,
l’incavo di un fuoco,
il buco di un’intesa
soli occhi eravamo in giro per la città.
Si fondevano i miei, color del mare, furbi rapidi e sempre ribassati
con i suoi Potenti lussuosi e caldi
che mi spogliavano curiosi e mi chiedevano di esser tutto quello
che d’essere mi veniva
e lui impazziva.
Si mescolarono due scie di colore
di nero e d’azzurro in un vortice deforme di vite nuove,
di battiti di cuore
aritmici e tellurici
quando mi accorsi all’improvviso d’aver portato l’eros dentro la mia carne
nelle movenze, nelle notti d’amore, finanche nelle preghiere alla domenica in chiesa, in quell’unico maccherone infilato ad arte sulla punta della forchetta e leccato e succhiato con sapienti vuoti d’aria
tra sughi d’olio e caldo, il pomodoro.
Una seconda pelle che ogni giorno impomatavo ed incremavo
Dentro uno stile di donna
dall’animo gentile
Elegante e senza eccessi
Abitata di specchi e di riflessi
Come un’armonica nel mondo,
Un sussurro di sottofondo

Francesca Teggia Droghi

 
 
 
 
 
 

Residui

Mi bagna quel vento
che odora di notte
e dal bordo ti osservo
chinarti e cercare
quel poco che resta
lontano da me
sparsi
i residui di te
che sei entrato di carne
col pensiero di fuori
guardavi il piacere
e succhiavi il mio vuoto
lasciandomi un pieno
di bianco sentire

Alessandra Piccoli

 
 
 
 
 
 

Dammi

dammi
l’entrata per
varcare la soglia

indenne

lì dove si mescola
il torpore dell’azzurro coi

calcagni alati

a pensarmi così….
lasciami
tengo per me
la pupilla

l’aria della danza
ogni mandata di
sogno…..con labbra bagnate

di stupore precluso

Anna Rizzardi

 
 
 
 
 
 

Mezzamela

A sera ricomponimi la parte
che esce con te al mattino dopo il bacio.
Il giorno intero è un allungarsi d’arti
a cercare le tue mani. Combacio io

perfettamente liscia a te, aderente
alla superficie. Inumidiscimi
e riempi: bocca di labbra. La fronte
nel cavo fra i seni. Colma, chiudimi.

E salda: le tue crepe coi miei fili.
Ho trame supine per te. Le intreccio
alle vertigini che hai. La tela

che si forma è un frutto: una mezzamela
esatta. L’una è la metà di niente
sola. Tu fondile. In unica polpa.

Silvia Secco

 
 
 
 
 
 

ll Gruppo 77 è un gruppo di poeti, e di appassionati, che si è formato a seguito della prima edizione della rassegna Portici Poetici 2013 ideata e condotta da Alessandro Dall’Olio, che ha voluto avvicinare le voci di chi scrive in versi a Bologna (per nascita, per domicilio o per ispirazione). A seguito del successo della manifestazione che si è tenuta all’enoteca Vino Al Vino di via S. Stefano 77 (quindi 77 come numero civico, non come citazione letteraria o politica), da appassionati dei versi come lo sono coloro che fanno della poesia – e della sua diffusione – una condizione primaria, alcuni autori che erano presenti alla rassegna hanno voluto continuare a trovarsi per parlare di poesia, per confrontarsi, discutere, includere e conoscere. Il Gruppo 77 cerca con costanza luoghi belli o bellissimi dove organizzare eventi poetici – unendo i versi ad altre forme artistiche – a Bologna e in regione per portare la poesia tra il pubblico, per non tenerla chiusa nel buio dei capoversi. Il Gruppo 77 ha partecipato al Cork World Book Fest 2015, unico gruppo italiano di poeti ad essere invitato all’importante festival di letteratura mondiale in terra d’Irlanda.

Per seguire gli appuntamenti di Poeros e del Gruppo 77: www.gruppo77poesia.it