Per vederti fiorire – Alessandra Fichera

Alessandra Fichera, Per vederti fiorire, CartaCanta, 2017

 

“La luce mi taglia la faccia/intaglia il merletto / negli occhi. /È primavera/e io sono sola”.

Un inizio e una fine nella prospettiva di una ring composition: “È primavera/ e io sono sola/ ma ci sono”.

Nel passaggio dalla coscienza della solitudine all’accettazione c’è un mondo intero, c’è la storia, ci sono le vicende della quotidianità e la ricerca del senso. È cercare nel passaggio dal letto al bagno o nel gesto dello sbocconcellare il pane, qualcosa di visionario, quel “vedere oltre il dovuto”, essenziale per la poesia. Ed eccola la poesia.

Certo è una poesia che incespica in alcuni punti, come è giusto che sia per un’opera prima a tratti immatura, ad esempio quando è marcatamente “femminile” (un linguaggio ancora molto concentrato sulla sensazione ma dal quale si intravede un cura e un rispetto per la parola poetica, già a partire dal riferimento iniziale alla poesia di Antonella Anedda “scrivi perché nulla è difeso e la parola bosco/ trema più fragile del bosco, senza rami né uccelli”).

Ebbene quello che convince di questo libro è la ricerca del senso ultimo dell’esistenza: l’accettazione del sacro e il porsi sempre con sguardo aperto. “Per vederti fiorire” è un libro che nella grazia del verso trova il vero punto fermo. La fioritura è una promessa. Ed è una promessa anche per il futuro di questa autrice da cui ci aspettiamo molto.

“Voce abitata da un senso sacro dell’esistenza, dei gesti, delle occasioni, come in un percorso di iniziazione dove entrano le inquietudini e i tremori di giovane donna che sta trovando il suo posto nell’esistenza”, questo ci fa notare il curatore della collana Davide Rondoni e a volte il lettore resta abbagliato dall’autenticità di alcuni versi. Mi riferisco ad esempio alla poesia dedicata a Giovanni che si conclude con un verso molto bello in siciliano: ‘ A paura r’a fera o luni ti manciava vivu.

 

Melania Panico

 
 
 
 
Nessuno ad attenderti
 
E non c’è nessuno che ti attende dietro la porta,
nessuno al di là della luce
come una fitta nell’addome.
Nessuno che ha scaldato per te
la maniglia:
il letto è ordinato
non c’è presenza che ne sgualcisca le piaghe
che raccolga il sangue
nel cerchio.
 
 
 
 
La cura
 
Il risveglio come la rigenerazione delle foglie,
il vento ne scuote le tempie – riattiva la calma
nel cerchio, una danza.
Io che tutta la notte ho disegnato le tue mani
sul ventre a sfogliarmi come pagine,
la dolcezza, la delicatezza, la cura
tanta cura – come non mai.
 
Non saprei dire come l’amore prese ad abitarci
So solo che fu, che niente è più stato lo stesso.
 
Io ti ho chiamato – tu mi hai risposto.
 
 
 
 

Alessandra Fichera è nata a Caltagirone (CT) il 4 novembre del 1994, laureanda in Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Siena.

Nel 2013 consegue il premio della Sezione Giovani al “XII Concorso Nazionale Agostino Venanzio Reali”. Viene inoltre pubblicata nell’Enciclopedia della Poesia Contemporanea – vol IV della Fondazione Mario Luzi per il “Premio Internazionale Mario Luzi”.

Nel 2017 si classifica al primo posto al “XXI Premio Letterario Nazionale E. Cantone” di Savignano sul Rubicone.

Il 1° agosto del 2017 è stata premiata presso la Fondazione Claudi di Serrapetrona – (MC) per il “Premio Le stanze del Tempo 2017”: nasce così “Per vederti fiorire” (CartaCanta, 2017)