Paola Loreto

Paola Loreto
 
 
Melania Panico suggerisce Paola Loreto
 
 
La lirica è natura.
La stessa che mi abita
se metto con cura
un passo dietro l’altro
sull’aerea e affilata
cresta est del Lyskamm
orientale sul Rosa
che è rosso all’alba
sugli assi e le panche
del ponte, capanna
Gnifetti, tremila
seicento undici
metri di altitudine.
Lo spazio è esiguo tra
due abissi di errore e
non puoi sbagliare: è
la fine del respiro
ispirato di luce
in perfetto equilibrio
tra il bianco e il blu.
C’è solo un istante,
una posa, una dose
di forza e coraggio,
una presa alla picca
e una lucida mente
(chiara di spazio, silente)
per cogliere il moto
che compie la stasi
e la stasi che muove
avanti, in alto.
È un io che risponde
al suono del vento
chi sa come farsi
di pietra sulla pietra
di neve nella neve
d’aria nell’aria
e nota di canto
elevata all’evento,
distinta, adeguata.
Adesso
è bene puro.
Mai più
come prima.
Adesso è la sola
vita. Senza cura
che non bisogna.
L’ignoto. Consegna
al fato di ognuno.
Un dire.