L’Imperfezione del diluvio / Un unrehearsed flood – Sandro Pecchiari

 1L’Imperfezione del diluvio / Un unrehearsed flood, Sandro Pecchiari (Samuele Editore 2016, collana Scilla, prefazionde di Andrea Sirotti)

Paul Celan in una riflessione sulla poesia di Osip Mandel’stam dice: “le poesie sono progetti esistenziali, il poeta vi modella la sua vita”. Su questa idea del modellare e allo stesso tempo dell’intersecarsi si può riflettere anche per quanto riguarda il bel libro di Sandro Pecchiari, ultima pubblicazione prima del recentissimo Scripta non manent (Samuele Editore 2018, collana Scilla, prefazione di Giovanna Rosadini).

L’imperfezione del diluvio, con introduzione di Andrea Sirotti, è un libro in due versioni, italiano e inglese in cui lo stesso autore si autotraduce. Già questo è temerario, non per l’atto in sé ma per quello che comporta l’autotraduzione e da qui il rimando all’idea precedente del “modellare” una lingua sull’altra. Le due lingue si intersecano e si completano. Tra l’altro in poesia la lingua è tutto se vogliamo citare ancora una volta Celan – è matrice e destino, e Pecchiari è un autore che sul linguaggio ha lavorato abbondantemente e bene.

Altro elemento interessante è il rapporto con la precarietà, il dolore, l’imperfezione, la quotidianità che non si traduce mai in una lingua poco lirica o in un verso/non verso. Cioè la matrice è fondamentale e l’utilizzo di parole che potremmo definire “antipoetiche” è finalizzata a rispondere alla domanda: “come si può sopperire a questo senso di precarietà costante?” e la risposta è raccontandola.

L’imperfezione del diluvio è un titolo che contiene due elementi IMPERFEZIONE e DILUVIO, due termini che rimandano a una ferita, a un rumore, a qualcosa che ci lascia imperfetti e ci fa scoprire imperfetti ovvero umani.

L’essenziale è arrampicarsi/ Per sforzare i legami/ E frantumarli

La poesia quindi a cosa serve? In qualche modo serve a raccontare questa ferita per farla propria, riflettere, partire da qualcosa che fa parte della nostra quotidianità, che ci colpisce particolarmente, e “sforzare i legami”, frantumarli e poi ricostruire. E forse il ruolo fondamentale della lingua è proprio questo.

Questa è una raccolta che completa una trilogia e se è vero che la poesia non è mai un’opera veramente “finita” e che rivive continuamente anche grazie all’apporto di chi legge, nei versi di Pecchiari, l’intensità sottolinea anche il ruolo “aperto” della poesia.

La traduzione di Sandro Pecchiari non è una traduzione letterale, anche se probabilmente in poesia la traduzione letterale non esiste. Leggere entrambe le versioni è rendersi conto che l’autore punta molto all’idea di adattamento e integrazione tra le due lingue, cosa che pone l’accento anche su un altro elemento importante ovvero quello della rottura dell’equilibrio. E forse anche su questo – sul rompere l’equilibrio – si fonda la traduzione e la poesia stessa.

Melania Panico

 
 
IX
 
you are a sleeping fighter in a trench
the war inside
my sentry-duty
ignores mess and sleep and time
we are waiting to change
this night
you are more nimble than I
 
 
 
 
IX
 
dormi come un soldato in trincea
la guerra dentro
il mio turno di guardia
ignora rancio e sonno e tempo
attendiamo di mutare
questa notte
tu sei più agile di me
 
 
 
 
XI
 
I can’t go before you go
witness of a life
stuffed with chemo
you shall die here inside me, in my arms
telling the spare beads of the night
but I’m losing count if I’m watching you
and with your hands I trespass
the non-time that binds
an unrehearsed flood
 
 
 
 
XI
 
non poter andarmene prima che tu vada
testimone di una vita
ingozzata di chemioterapia
dovrai morirmi qui dentro, tra le braccia
sgranando i secondi rimasti della notte
ma perdo il conto se ti guardo
e varco assieme alle tue mani
il non-tempo che allaccia
l’imperfezione del diluvio
 
 
 
 

Sandro Pecchiari è laureato in lingue e letterature straniere, con una tesi sull’opera poetica di Ted Hughes. Ha pubblicato due raccolte per Samuele Editore di Fanna, Pordenone: Verdi Anni (collana Scilla 19, marzo 2012) e Le Svelte Radici (collana Scilla 33, dicembre 2013). Questa è la sua terza raccolta che completa la trilogia. Suoi lavori sono apparsi in numerose antologie (fra cui la Collana dei Poeti Contemporanei 2013 e 2014, l’Albanian Antologjive Poetike Universale Korsi e Hapur – openlane 2014) e sono stati presentati al New York City Poetry Festival 2014 e alle Residenze Estive 2014 presso il Castello di Duino. Alcuni suoi scritti sono stati tradotti in inglese, in albanese e sloveno. Sue traduzioni dall’inglese sono visibili nel sito della casa editrice Caitlin Press.

È membro della giuria della Festa della letteratura e della Poesia di Duino e collabora con la rivista di settore “Traduzionetradizione” (Press Point, Milano) e con la rivista “l’Almanacco del Ramo d’oro” (Trieste).