La pietra e il respiro – Daniela Visani

La pietra e il respiro - Daniela Visani

 
 

Continuano gli speciali di Laboratori Poesia. Questa settimana presentiamo La pietra e il respiro di Daniela Visani. Dal Ritiro Poetico di Laboratori Poesia e Samuele Editore dell’agosto scorso a Spilimbergo (le foto qui).

 
 
 
 

LA PIETRA E IL RESPIRO

 
 
Anemia
 
Cumuli di foglie morte
e un sapore di ruggine sulla lingua
la forza vuota trascina gli arti
nell’occhio rimane
la debolezza del corpo
il ghiaccio congela
l’umidezza del labbro
respiri recisi
come fiori nei vasi.
 
 
 
 
 
 
Rendez-vous
 
Quel che resta dei corpi
è un gusto di mandorla sul letto
brandelli di corteccia e ciglia
e mani serrate sul cuscino
nel petto una vertigine
di parole mute.
 
 
 
 
 
 
Distanza
 
Mai trascurare silenzi
rivoli di sangue
che tracciano iperboli
su vasi impolverati e
tende ingiallite,
sul tavolo le briciole
di una colazione muta
le dita incerte sulla piccola
crepa del tavolo e aghi di ghiaccio
sulla parete del fegato.
Non fumo ma
ora e soltanto ora
vorrei spegnermi
in una nuvola.
 
 
 
 
 
 
Riaversi
 
In giardino
la piccola siepe divide
un corpo nomade
dal gradino di arenaria,
il cuore si frantuma
in piccole tessere di mosaico
la nuca si appoggia a vedere il cielo
sbocciano dalle mani fili e soli.
 
 
 
 
 
 
Pasqua
 
Oggi il cielo è asciutto
un vento di mare sgrana il rosario
di molecole d’acqua
e insetti tra i rami.
Si uccide l’agnello credendo
di rassettare il mondo.
 
 
 
 
 
 
Congerie
 
Ed io vi lascio nel materico
così, come tante bucce ammuffite
con ghigno da Joker vi osservo
nell’abbuffata da discount
nell’usa e getta di corpi
nell’assoluzione dei vostri peccati,
uso le parole con attenzione
                  chirurgica
non le storpio con capogiri da tablet
amore è amore
spirito è spirito.
 
 
 
 
 
 
Composizione VIII
Vasilij Kandinskij

 
Nascono geometrie
da punti in movimento
ascoltando i colori
dei papaveri esplosi
fuggire stringendo
la mano al vento
o godere il letargo
che salva dal mondo.
 
 
 
 
 
 
Pausa di croma
 
Debolezze raccolte
sotto allo sterno
le ossa del bacino
posate sul legno
e un libro aperto
sull’inguine scarno.
Con nocciole tra i denti
osservo lo scarto
tra albe e tramonti.
 
 
 
 
 
 
Sul ponte di pietra ho sentito
la lontananza nei polsi
sul viso luce di luna.
L’innocenza sbranata trasforma
il ventre in una grotta buia
                 scendo
al fiume, mi culla l’inguine
una tenera “barcarola”¹
l’acqua è salvezza o annegamento?
A tratti perfino rido.
 
 
 
 
 
 
Disagi
 
Nei centri commerciali
canzonette
imballano oggetti,
freddi carrelli
vomitano
plastica e parole
mentre un disagio
di neon in mensa
insegue panettoni.
 
 
 
 
¹ Componimento vocale o strumentale, generalmente in forma di canzone, con movimento calmo e cullante, ispirato al dondolio della barca.