La consonanza “fonetica” (esercizio)

Bozza automatica 342

 

Questa volta affronteremo un argomento piuttosto particolare: la consonanza cd. “specifica”, o “fonetica”, tra famiglie di consonanti affini.

 

Senza entrare troppo nel dettaglio, specifichiamo solo che, per quanto riguarda il punto di articolazione, le consonanti possono essere:

 

  • velari: se vengono articolate ritirando la lingua verso il velo pendulo (si chiamano anche gutturali, perché l’impressione è che vengano pronunciate con la gola): C (gutturale), Q, K, G (gutturale);

 

  • labiali: se vengono articolate con le labbra: P, B, M, F, V;

 

  • dentali: se vengono articolate con la punta della lingua che si appoggia ai denti anteriori: T, D;

 

  • alveolari: se vengono articolate con la punta della lingua che si appoggia agli alveoli dei denti: L, N, R, S, Z;

 

  • palatali: se vengono articolate con la lingua che si appoggia al palato: GL, GN, SC, C, G.

 

In fonetica le distinzioni sono più approfondite, ma quella appena effettuata è sufficiente ai fini dell’esercizio che ci occupa.

 

Provate a leggere le consonanti appartenenti agli stessi gruppi: notate l’affinità nella pronuncia?

 

Ci occuperemo, dunque, di evidenziare ed enfatizzare la consonanza nello stesso verso, e nella stessa strofa, tra consonanti appartenenti prevalentemente a medesime famiglie.

 

Traccia:

 

TEMA = libero.

 

METRO = libero.

 

SCHEMA = minimo due, massimo quattro terzine.

 

REQUISITI = insistere, nello stesso verso e nella stessa strofa, sulla ripetizione di consonanti appartenenti al medesimo gruppo, e dunque, velari, labiali, dentali, alveolari o palatali (ripetizione prevalente, quindi almeno dieci volte per strofa, oppure quattro volte per verso. Opzionale: entrambe i requisiti).

 

Esempio:

 

Lambisce il vapore velato dall’ombra,

affiora e t’avvolge d’un vivido morbo

e va fra la bruma, le brame avvilendo;

 

la luna più insana rinnova il silenzio:

l’aurora assonnata è nesso sacrale

che unisce la tenebra al lieve bagliore.

 

Discende e ti accoglie tra gli astri nascenti

l’acidula cetra del giorno disciolto:

ignora quegli attimi incerti e agitati.

 

E tanto dominio ti stende ed addenta,

stracciando quei lembi d’umana tensione:

t’attende una pace d’eterna oblivione.

 

Mario Famularo

 

 

 

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