Il mosaico della sete – Rocío Bolaños

La vicinanza dell'alba - Rocío Bolaños 1

 
 

Continuano gli speciali di Laboratori Poesia. Questa settimana presentiamo Il mosaico della sete di Rocío Bolaños. Dal Ritiro Poetico di Laboratori Poesia e Samuele Editore dell’agosto scorso a Spilimbergo (le foto qui).

 
 
 
 

IL MOSAICO DELLA SETE

 
 
Tornare dal lavoro
preparare la cena
aprire la bottiglia.
 
Nell’attesa di sconfiggere
la sete non è rimasto
intatto il mio bicchiere.
 
Se n’è andato il sapore
secco di una figlia
che mi guarda.
 
  
 
 
 
 
Urtare il cuore
volendo ciò che non si può
stesso modello
trasversale sul nulla
We can work it out*
 
Ti ho pensato oggi:
che guardano i tuoi occhi?
chi ti sta accanto?
We can work it out
colpa della canzone
e delle cose non dette
passando per via Borgogna
 
Can we work it out?
 
 
*“We Can Work It Out” Brano musicale dei Beatles pubblicato nel 1965.
  
 
 
 
 
 
Perchè cercare l’amore
sul catalogo in linea
o negli autunni di silenzio?
 
Forse perchè mi tormenta
la certezza della prima volta
davanti al paradiso,
e l’incapacità di esfoliare
il tuo ricordo dalla mia pelle.
 
 
 
 
 
 
Paraprassia*
 
Ho lasciato la lampada
nell’angolo dove l’hai messa,
e la posizione della doccia
alla tua altezza
il caffè lo bevo ancora nella tua tazza
di domenica mattina,
il tuo spazzolino da denti
lo conservo in bagno dove l’hai lasciato
sono in attesa
che torni per portarlo via
o per restare.
 
Dovevamo durare una primavera,
per ora
viviamo l’affanno della resistenza.
 
 
*In psicologia e psichiatria, movimento, azione o espressione verbale inadeguati, errati o involontariamente omessi, e come tali interpretabili secondo il concetto psicanalitico di «atto mancato»
 
 
 
 
 
  
Le Orme

“There is an awakening
and all that remains is true”

Jim Morrison

 
Giocare alla sorte
definirci
chiuderci nella pioggia
dentro in macchina
scavare a quattro mani
trovare gli angoli della follia
leccare il filo invisibile tra occhi e cervello
volontà senza volontà
di fermare la velocità
di interrompere
il giro dei nostri corpi
la ripetizione, l’angoscia, la sete
la ricerca di libertà
con le orme della dipendenza.
 
Dovevamo rimanere sobri
ma abbiamo bevuto
dall’ingranaggio dell’incoerenza.
  
 
 
 
 
 
Nessuno bussa la porta di casa mia
le formiche
entrano marciando a ritmo di trambusto.
 
La pioggia penetra fino alle ossa
a volte gli uccelli
arrivano sul balcone e fuggono via.
 
Vorrei
che un giorno
-scappando dal mondo-
il Re Lucertola
apprisse la porta di casa mia.
 
Sarebbe bello condividere
questa malinconia.
 
 
 
 
 
 
Rimpianti

A Menaspà.

 
Non è il tempo investito
nè le parole al vento
o le carezze non date
nè le vacanze annullate.
 
Non sono i sogni nel cassetto
nè le promesse mancate
l’assenza di pace o l’eccesso
di ingiustizia.
 
Della nostra vita rimpiango
di perdere il medico di famiglia.
 
 
 
 
 
 
Mosaico
 
La luce verde dei suoi occhi
il bicchiere colmo, la stanza vuota
il sorriso pieno di quattro zampe
e un abbraccio simile a latrato.
Nel mio cuore di viandante
l’amore è un mosaico
  
 
 
 
 
 
Diluita sono scesa
alle radici del mondo
 
Allucinazioni di superare la tempesta
d’inventare il giorno e la melodia
ritrovarmi nella stessa tana
con gli stessi sapori a fine giornata.
 
Vent’anni inesauribili, racconti
di contenitori e gradi diversi
a caccia del fulmine ho bevuto
lo splendore del genio della morte.
 
È finito l’eccesso
l’effetto placebo e la voglia
di morire
la verità nello specchio
la sensazione di calore
senza mai scaldarmi
nelle battaglie d’inverno.
  
 
 
 
 
 
È corto il tempo
dell’allegria
dura quanto un’alba
a Spilimbergo.
E la nostalgia rende l’oblio
impossibile,
trascorrono le memorie
come pietre che rotolano
lungo la riva.
Vorrei vederti
fissare i tuoi occhi verdi
focolari dell’anima e dirti
che quel giorno all’alba
ho sentito il cielo vicinissimo
accanto a te.