Hugo Margenat


 
 
Lunga bambina nuda
 
Tesoro mio, mio trasparente vivo amore
che ti avvicini quando spietatamente
mi hanno fatto a pezzi
e la mia serenità si è convertita in spada d’acqua.
 
Non posso far altro che guardarti
dalla finestra blu, ottava di mattoni.
Tu e il silenzio avete congiurato
per disarmonizzare la mia solitudine
popolata di voci ed immagini del cuore.
 
Bambina, mio tesoro, vieni con me per terra e per mare
che voglio chiudere tutte le ferite verdi
con sangue buono, molta linfa di cielo.
La tenerezza delle tue parole
sarà per chi, nella battaglia, cadde
per il migliore amore dell’uomo: libertà.
 
Vieni, petalo soave, bambina dolce, a vivere
nell’emozione
rossissimamente pura del fervore elevato alla fiamma.
Vieni qui nuda, aperta, tesa,
completa di amore sostanza, odorosa carne,
come una lunga nota viola di clarinetto.
 
Sciogli i tuoi capelli perfetti nella terra perfettamente
affamata.
Muoviti, muoviti in quest’oscurità per renderti conto
che occhi profondi, torbidi, acquosi di tristezza
si muovono intorno a te, guardandoti,
chiedendoti perchè anche tu
sei una bambina triste, lunga.
 
Dammi le tue mani e non vestirti mai,
mai con vestiti umani,
rimani angelo, di zucchero, di miele,
senza odio, sempre rumorosa
come le foglie secche sollevate
da un dito di silenzio,
bambina, bambina mia dal collo lungo,
dal neo discreto che copre il silenzio, ogni volta che ti arrabbi,
vieni con le tue ali di crema
a disarmonizzare la mia marmorea solitudine
di immagini e di voci che colloquiano.
 
 
Traduzione di Hugo Garcia e Umberto Bonetti