Gabriela Fantato

Bozza automatica 21
 
 
Del distacco
 
I.
Questa nudità senza preavviso,
il paesaggio storto dentro le pareti,
dentro il tuo – innominato occhio,
come alla fine del mondo,
nella spoliazione dei nomi, nel dono
                            rimasto tra le mani.
 
Non trovi nulla a rallegrare,
neppure un odore familiare, come quando
– un anno soltanto, tu nel letto grande,
il vestitino di pizzo, quel vestito non bello
a celebrare…

 
 
 
 
 
 
II.
Adesso il presente è nel bisbiglio,
nella punta della tua sedia che è
una radice ostinata alla terra, dove
corrono tutti i piedi, corrono e le risate
                          scolpite al calendario.
 
 
 
 
 
 
III.
I numeri sono la tua cabala,
                           la tana del ragionevole
una cantilena per il buio dove
registri l’affresco infinito e il male,
quel male senza punti,senza un bosco
a risponderti,
sono quel sussurro che poi passa
e tu

                          non ci sei più.
 
Tutto riposa, prima o poi.
Tutto s’incastra dentro,
                          solo dentro, laggiù
                          – in fondo.