Futuri contingenti – Gianluca C. Zammataro


Futuri contingenti - Gianluca C. Zammataro

Futuri contingenti, Gianluca C. Zammataro (Manni, 2020)

Esordio aurorale per Gianluca Costanzo Zammataro. La prima silloge del poeta (Futuri contingenti, Manni, 2020) si presenta come un ecosistema di biodiversità complementari e coesive che trapunta l’antologica historia dell’autore, costellata da assenze e guaiti di probabilità. Eppure la lirica non è appesantita dalla trave portante della sostanza contenutistica. Dalla prefazione di Vincenzo Guarracino: “Si intende con classica deminutio, attenuare la serietà di discorsi troppo impegnativi, occultando un surplus di personale urgenza emotiva dietro il velo e la maschera della leggerezza, quale sa conferire al parlare il medium della poesia…”

 

Non soggetti al clamore degli affetti
sguazzando seguendo i destini
belli a mollo in un brodino da arrosti,
fumante, che ci lessava contento
le parti di carne a contatto.

 

Zammataro plana dall’alto per arrivare al fondo del cratere esistenziale. I versi vibrano degli echi leopardiani ma si abbeverano anche della poetica di Zanzotto. Il quid pluris della raccolta è sicuramente la collisione dell’ecosistema interiore dell’autore con l’ecosistema faunistico che presenzia nelle pagine. La natura e i suoi elementi incorniciano la dimensione antropologica e ontologica, svettando e fissando lo stupore del contatto umano.

 

Sorridente mattina in felpato fuoriuscire
diversi verdi alla gioia del sole
invita
sotto agli steli al convesso delle foglie
lustrando l’umidore della notte
sotto ai piedi tremanti
si fissa lo stupore del contatto.

 

Tuttavia la silloge che tratteggia sfumature campestri non perde di vista l’impegno civile e la poesia si innalza a testimonianza, cronicizzando fatti attuali.

 

3 giugno 2017, a Londra
Sgozzare i passanti a London Bridge, sabato sera
la fanatica cortesia del rendere i cadaveri
imbrattando ogni desiderio giusto di paradiso,
non voglio nemmeno provarci a capire i fatti
la religione dei teomacelli
a bordo precipizio.

 

La singolarità della raccolta si evince già dal titolo: futuri contingenti. In esso fluisce e si agglomera la filosofia di Aristotele e di Tommaso D’Aquino. Nel De Interpretatione Aristotele esplicita che gli eventi futuri sono determinati dalle deliberazioni e dalle azioni umane. Dunque la verità o falsità degli enunciati a essi relativi non sarebbe, per Aristotele, decisa «sin dal principio». Questo argomento sarebbe stato poi centrale nel Medioevo e ripreso in seguito da Tommaso D’Aquino per cui Dio ha prescienza degli eventi futuri ma la provvidenza divina non annulla la libertà dell’agire umano.

 

adesso evitare i luoghi affollati
non temere l’attesa
e d’accorgersi invece che non muta
lo svolgersi dei fatti principali collocati nello spettro del visibile
come se fosse il mordersi la lingua nel bilancio complessivo di una vita
ai fini della biodiversità
una folaga con l’ala rotta.
[…]

 

Gianluca Costanzo Zammataro si avvale del verso per fissare sulla pagina la celebre legge di Lavoisier: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. L’autore ripercorre tale flusso di vissuto induttivo, mettendo sotto la lente di ingrandimento il processo evolutivo che si plasma dalle relazioni umane e naturali. Un esordio che predice un futuro… Contingente!

Chiara Evangelista