CREDO SOLTANTO NELLE PAROLE – 15 marzo, Bari


 

CREDO SOLTANTO NELLE PAROLE

 
 

«Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere»: si ispira a quest’aforisma di Ennio Flaiano il ciclo di incontri sulla poesia italiana del ’900 che si tiene a Bari presso la Libreria Zaum, piccolo scrigno di bellezza, terreno fecondo in cui germogliano iniziative originali e di spessore. Gli eventi, curati da Bianca Sorrentino e fissati con cadenza mensile, sono dedicati ciascuno ad un poeta, alla sua opera, alla sua visione del mondo: dopo aver cominciato a gennaio di quest’anno con la disperata vitalità di Pier Paolo Pasolini, abbiamo proseguito con Cristina Campo e le assenze feroci che paiono tigri; il 15 marzo alle 18.30 l’appuntamento è con la fragilità di cristallo di Amelia Rosselli; il 12 aprile ci interrogheremo con Mario Luzi sulla verità del mondo.

‘Credo soltanto nelle parole’ è un modo per dire ad alta voce che, soprattutto quando l’uso le svilisce e l’abuso le mercifica, è tempo di restituire loro quell’aura di sacralità che i versi sanno conferire. È vero dunque che la poesia salva? E, se sì, da chi? Dagli altri o, piuttosto, da se stessi? Da Zaum abita la convinzione che non ci si debba prender troppo sul serio e che l’arte delle Muse non sia appannaggio di pochi eletti: per questo motivo si inizia sempre con un gioco. A gennaio abbiamo affidato a ciascuno una parola e ci siamo divertiti a ricostruire una lirica pasoliniana; a febbraio abbiamo barattato il nostro amore con le parole, ispirandoci a un verso campiano; marzo sarà il mese in cui ci vedremo scritti sui muri – gli scaffali della libreria ospiteranno infatti le poesie della Rosselli e diverranno il nostro specchio.

La scelta di questi autori – citatissimi, ma poco letti o, al contrario, addirittura sconosciuti a un pubblico di non specialisti – lascia intuire l’intento programmatico del progetto: porre al centro degli incontri i versi dei poeti, leggendo le loro pagine per riconoscersi, per prenderne le distanze, per misurare la propria idea di poesia. La scrittura risponde senz’altro a un’urgenza innegabile, ma rischia di risultare un inutile esercizio narcisistico se non tiene conto della lezione dei grandi, se respinge o rimanda l’opportunità dell’incontro coi testi. Senza alcuna pretesa di esaustività, verranno proposti degli attraversamenti tematici che siano in grado di seminare suggestioni nella mente di chi ascolta e di suscitare il desiderio, una volta tornati a casa, di scoprire quanto ancora resta inesplorato o riscoprire ciò che riposa dimenticato in qualche luogo della memoria.

 
 
Tutto il mondo è vedovo se è vero che tu cammini ancora
tutto il mondo è vedovo se è vero! Tutto il mondo
è vero se è vero che tu cammini ancora, tutto il
mondo è vedovo se tu non muori! Tutto il mondo
è mio se è vero che tu non sei vivo ma solo
una lanterna per i miei occhi obliqui. Cieca rimasi
dalla tua nascita e l’importanza del nuovo giorno
non è che notte per la tua distanza. Cieca sono
ché tu cammini ancora! cieca sono che tu cammini
e il mondo è vedovo e il mondo è cieco se tu cammini
ancora aggrappato ai miei occhi celestiali.
 
 
(Amelia Rosselli, da Variazioni belliche)