Giovanna Bemporad


 
 
Viva in me geme la tua carne, palpita
gonfia ogni vena. Il tuo fiato respiro
come l’ombra il silenzio. Azzurro cielo
è nelle tue carezze, o donna; e mani
che il sudore non sanno e i vili abbracci
porto al giardino chiuso del mio cuore.
Vorrei perdermi in te, con braccia ardenti
stringerti esangue, fiore che tra i fiori
recisi dei suoi petali si spoglia.
Perché, perché l’ora non fugge? Strazio
non voglio fare del tuo corpo, o donna;
ma forse piace al tuo candore il sangue.